IL TEMPO (E. MENGHI) - Un amore sbocciato alla prima stretta di mano quello tra Sabatini e Garcia («Ci siamo incontrati a Milano, quando se ne era andato lo avevo già scelto», ha confessato il ds), poi è arrivato il matrimonio dintenti con Totti, che parla poco, ultimamente preferisce scrivere, ma quando lo fa non è mai banale. «Abbiamo
Uno scambio di promesse che fa sognare quei tifosi che «si erano disamorati dopo il 26 maggio, ma ora stanno ritrovando fiducia». Tre mesi fa, la Lazio celebrava ironicamente i funerali della Roma, emotivamente morta dopo un derby che il francese spera di cancellare tra 13 giorni: «Il calendario degli incontri ci dà la possibilità di resuscitare dai morti rapidamente». Una frase pronunciata in America, lo scorso 30 luglio, al sito Worldsoccer.com, quando Garcia non poteva sapere che avrebbe cominciato con il piede giusto in serie A.
Eppure nei suoi discorsi cera un ottimismo che non sembra sconsiderato: «Abbiamo un bel gruppo di giocatori che lavorano bene insieme. È una buona base. Poi si deve remare sempre nella stessa direzione. Io non ho bisogno di copiare nessuno, ho la mia personalità». Sabatini lha scelto per questo: «Quando ci siamo incontrati mi ha sorpreso, sapeva già tutto di me. La prima cosa che mi ha detto è stata: "Ti abbiamo fatto venire, ma non ti sceglieremo". Mi è piaciuto, perché è uno che ti guarda negli occhi e ti mette alla prova».
Ora lunico pensiero è al Parma e le notizie dallAmerica non lo rassicurano: gli esami strumentali hanno confermato la distorsione alla caviglia sinistra e la temuta lesione legamentosa per Bradley, che farà nuovi test nella Capitale per chiarire i tempi di recupero. Benatia non preoccupa. Intanto, la Roma si appresta ad aprire un tavolo istituzionale per discutere una volta per tutte della Card Away: già dalla trasferta di Genova potrebbero esserci novità (in positivo, spera la società). Parma resta comunque tabù.