Sassi sul Verona. E sulla Away

03/09/2013 alle 11:58.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - Qualche sasso contro il pullman del Verona, il finestrino che va in frantumi, la società gialloblù che decide a quel punto di restare nella Capitale e poi ritwitta le foto del mezzo danneggiato, mentre la parola «assedio» improvvisamente spopola sul web. Per colpa di qualche delinquente la nostra

Torniamo per un attimo indietro. La cronaca vera, non quella dai contorni noir, dalle tinte apocalittiche che dipinge come criminale un’intera tifoseria, parla di un arresto e tre denunciati per Roma-Verona. «Nelle fasi di prefiltraggio dei supporter del Verona, sono rimasti contusi 8 steward - si legge su un lancio dell’Ansa di domenica notte - uno dei quali trasportato al Policlinico Gemelli per accertamenti. Un tifoso del Verona è stato denunciato per aver aggredito uno steward durante il prefiltraggio. In precedenza si erano verificati tafferugli e conseguenti cariche di alleggerimento da parte degli agenti, con lancio di lacrimogeni».

Fatto vero, e brutto, che porta la Roma a esprimere «solidarietà ai propri addetti alla sicurezza, vittime dell’aggressione subita durante Roma-Verona». Di questo però nessuno ne parla. Colpa di una vergognosa, vile, criminosa, sassaiola ai danni del bus della società veneta. Nonostante sia seguito da due volanti della Polizia, due moto della Municipale, due blindati della Celere e da un elicottero, il pullman subisce il lancio delle pietre sull’Olimpica, all’altezza - pare - di Ponte Milvio. «Assedio al Verona», riportano i media sul web. Assedio. «Ecco le foto del nostro pullman distrutto», rilancia il club gialloblù. La Roma, che oltre che ai propri steward esprime solidarietà anche «all’Hellas Verona» e «condanna ogni forma di violenza», mette a disposizione della società gialloblù il suo pullman. I veneti preferiscono però dormire a Roma. Ieri mattina, invece, approfittano della cortesia giallorossa: arrivano a Termini, dove prendono il treno per tornare a Verona, a bordo di un bus romanista. È la di Roma a chiarire che non c’è stato alcun «assedio» (da un qualsiasi dizionario: «azione decisa di un esercito che muove contro il nemico», oppure, figurativo, «precipitarsi in massa»): «Il pullman del Verona è stato colpito con un lancio da lontano. I tifosi non sono mai arrivati a ridosso del mezzo colpito. Non c’è stato alcun contatto con il mezzo che trasportava la squadra».

Il sindaco di Verona, Flavio Tosi: "Se quello che è successo a Roma fosse capitato a Verona, l’intera à sarebbe stata messa sotto accusa. Quel che è accaduto è di una gravità inaudita, da noi le forze dell’ordine non avrebbero mai lasciato accadere una cosa del genere». La replica è del , Fulvio Della Rocca: «La polizia ha fatto il suo dovere. L’episodio del sasso è stato un’imboscata».

Con estrema lucidità, Mandorlini commenta così: «Poteva davvero finire male. Soprattutto per il nostro autista. Andavamo abbastanza forte perché eravamo già in tangenziale e un sasso ha colpito il vetro sulla sinistra. Ma se lo prendeva prima, per l’autista sarebbero state conseguenze molto serie. Onestamente non mi va nemmeno tanto di parlare di questo episodio. Non ha nulla a che vedere con lo sport, è un atto violento, compiuto da qualche delinquente, il calcio non c’entra».

Il calcio non c’entra, ma ormai è troppo tardi. L’onda colpevolista ha già sommerso una tifoseria - quella romanista - e la à di Roma tutta. Il sindaco Ignazio Marino la difende: «Roma è una à accogliente, un gruppo di violenti non la rappresenta». L’Oscar della simpatia va al coordinatore nazionale di Cantiere democratico, Stefano Pedica, che su lancia la provocazione (provocazione, forse): «Daspo alla Roma. Una squadra con tifosi violenti. Sospenderla dal campionato». Questione seria, invece. La tifoseria giallorossa era già monitorata dal Viminale. Ora lo sarà di più. Domani l’Osservatorio potrebbe maturare decisioni radicali, come l’abbandono della As Roma Away. A Trigoria aspettano. Ma in caso di bocciature, stavolta, potrebbero non limitarsi a incassare.