I club d’accordo: «Valorizziamo il prodotto calcio»

14/09/2013 alle 10:45.

IL MESSAGGERO (S. RIGGIO) - Battaglia scongiurata (o forse soltanto rinviata?) in Lega serie A sui diritti televisivi. Tutte le società hanno concordato di programmare per venerdì prossimo un'audizione con i broadcaster interessati al calcio italiano (si t



TELEVISIONI E CONTRATTO

In assemblea, invece, ieri non è stato affrontato il tema del prolungamento o meno del mandato dell'advisor Infront, che scade il 30 giugno del 2016. Quando le società si faranno fatte un'idea più chiara sul mercato televisivo, la stessa Infront esporrà la sua proposta. «Qualunque soluzione sarà adottata in futuro, le società gli daranno seguito, anche perché questo prevede un minimo garantito a loro favore», le parole di Beretta. Inoltre, l'assemblea ha dato mandato al presidente ad aprire formalmente il tavolo di confronto con l'Aic per le trattative del rinnovo del contratto: nei prossimi giorni ci sarà un incontro con Damiano Tommasi.



LA FURIA DEL

L'assemblea si è, però, infiammata quando non è passata la proposta del , fatta da Aurelio De Laurentiis, del quarto sponsor, da porre dietro le maglie di gioco. Dopo le votazioni (12 contro 8), il presidente dei partenopei si è infuriato, abbandonando l’assemblea. «Siete degli imprenditori che non capiscono nulla, voglio uscire da questa Lega, preparatemi le carte». Già in tarda mattinata De Laurentiis aveva risposto ad Aldo Spinelli («Le big dovrebbero fare un sacrificio, l'advisor costa molto», il pensiero del patron del Livorno): «Quando lui imparerà a spendere per fare il mercato e non la questua, potrà parlare. Deve imparare che i giocatori non si possono chiedere solo in prestito o pagarli poco». La giornata non si era presentata benissimo visto che De Laurentiis ha rimesso in discussione addirittura la legge Melandri («è un aborto, che ci azzoppa tutti»)