Garcia: «Scordiamo il derby. Il difficile per noi incomincia adesso»

25/09/2013 alle 10:50.

CORSERA (L. VALDISERRI) - Il messaggio è chiaro: «Io non voglio parlare più di questo derby. L’ho detto ai giocatori: è il passato. Il difficile viene adesso. Il pericolo è che, inconsciamente, si possa mollare e io, invece, voglio che la squadra tenga alta la tensione». Rudi Garcia, però, non è un sergente di ferro. Oltre che un bravo allenatore (4 vittorie su 4, 10 gol segnati e uno solo subito) e un fine psicologo, il francese di origini andaluse è anche un raffinato comunicatore.

Lo ha dimostrato con le due frasi ormai diventate un cult, una prima della partita contro la Lazio («Il derby non si gioca, si vince ») e una dopo il successo che mancava alla Roma dal 13 marzo 2011 («Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio»). Nel tracciare la linea per la non semplice trasferta contro la Sampdoria, che ha 2 soli punti in classifica ma «rosa» e ambizioni molto superiori, trova il modo di piazzare due frecciatine. Una a dirigenti un po’ troppo ansiosi, magari capaci di fumare tre pacchetti di sigarette al giorno: «Mi sembra che alcuni nella Roma, non solo i giocatori, adesso siano più tranquilli con la testa». L’altra, forse forzando un po’ il concetto, ma dopo i derby non si fanno prigionieri, alla Lazio: «Per il momento abbiamo solo vinto quattro partite, nessuna contro le squadre di alta classifica. È troppo presto per sapere se il livello della Roma è quello attuale. Per fare un bilancio abbiamo bisogno di più gare. L'obiettivo resta quello di entrare tra le prime cinque».

Con questo si chiude a doppia mandata l’argomento derby e se ne aprono altri. Il primo è la (piccola) storia: «Non è mai accaduto che la Roma vincesse le prime cinque partite del campionato. Non si tratta di un trofeo, però se possiamo allungare la striscia è meglio. Anche in Francia c’è il detto l’appetito vien mangiando e questo proverbio mi piace». Il secondo è il turn-over: «Tutto è possibile: possiamo giocare con la stessa squadra oppure posso fare dei cambi. Ma è solo la seconda gara della settimana, non la terza. Per me non c’è un problema sul piano fisico».

L’eventuale turn-over, insomma, sarebbe più per dare un premio a chi finora si è impegnato al massimo giocando poco (esempio: Borriello). Il terzo è l’atteso scontro tra Adem e Delio Rossi, l’allenatore pugile al quale il serbo ha già segnato con la maglia della nella scorsa stagione. Anche in questo caso, però, cancella la lavagna: «Non so niente di quella storia. È il passato. Io non c’ero». Stile derby.