IL TEMPO (E. MENGHI) - Garcia ridimensiona la Roma. Se Sabatini aveva fissato lobiettivo stagionale nel podio che vale la Champions League, il tecnico che bada alla concretezza riporta tutti con i piedi per terra: «Io sono il più ambizioso di tutti, ma non dimentico che puntiamo a tornare in Europa, tra i primi cinque del campionato. Lambizione è una cosa diversa dagli obiettivi».
Non vuole facili illusioni dopo solo due successi: «I proprietari americani vogliono che il club diventi uno dei più grandi dEuropa, ma per farlo serve tempo che nel calcio non cè. Non abbiamo vinto niente, solo due partite». Il rischio di presentarsi a Parma senza la cattiveria giusta lo preoccupa: «Questo è un momento pericoloso - ripete due volte Garcia - abbiamo molto da migliorare. Temo sia il Parma sia la Roma. Cassano è il loro punto di forza, ma sono bravi anche Amauri e Valdes. La mia squadra sta lavorando bene ed è concentrata: si gioca come ci si allena. Spero che i più esperti dicano agli altri di restare umili come nelle prime partite».
Lha detto Garcia stesso alla squadra, nella riunione tecnica che ha voluto tenere nella sala da pranzo dotata di una tv per rivedere gli errori fatti e quelli da non commettere contro i nuovi avversari. Il tutto corredato dallapplauso finale di gruppo. Quello che Luis Enrique faceva a favore delle telecamere, il francese ha preferito farlo in privato. Nellallenamento, per la prima volta aperto alla stampa, ha insistito sui tiri in porta, perché il possesso palla che tanto gli piace non può essere fine a se stesso.
Borriello si è preso un «bravo» sentito, dopo aver bucato la rete con un sinistro che porta nuovi dubbi di formazionenella testa di Garcia: «Lui ha un profilo unico, è un goleador. Ne avremo bisogno».
Probabilmente a partita in corso. Ljajic e Florenzi, ieri assente per febbre, si giocano una maglia: il serbo è rimasto in campo a provare i tiri, mentre Totti e compagni avevano già preso la via degli spogliatoi. Limpegno potrebbe essere premiato: È pronto per iniziare, così come gli altri». Garcia ci scorda però di nominare Florenzi, forse più di un banale lapsus.