
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Allah è grande, la Roma di Garcia pure. Tra i tifosi festanti allOlimpico si è mischiato un arabo accolto e «coccolato» dallo stato maggiore giallorosso. Non uno sceicco, non il futuro socio degli americani, ma neppure uno qualsiasi. Altrimenti non si spiega perché Pallotta lo faccia
Sciarpa giallorossa al collo, scortato da Tacopina e dalluomo della Raptor Sean Barror, larabo ha esultato dalla Tribuna 1927 e poi se nè andato insieme ai dirigenti. Si è goduto in prima persona anche un piacevole fuori programma: uscendo dallo stadio, dopo aver salutato la squadra e Sabatini negli spogliatoi (come aveva fatto anche prima della partita), Pallotta ha fatto fermare la macchina accanto a un gruppetto di tifosi, è sceso ed ha firmato autografi.
Finalmente una festa per «Big Jim», che da quando ha comprato la Roma non aveva mai vinto il derby. Invece ieri è tornato lamuleto infallibile, come era stato prima del 26 maggio. Allo stadio cera un altro tifoso «vip» del mondo asiatico: l'ambasciatore indonesiano August Parengkuan. Non sarà riuscito a convincere Thohir a dirottare i suoi fondi verso Trigoria, ma è comunque un romanista «doc» come dimostra la foto pubblicata sul Twitter societario in cui posa accanto a Pallotta con la maglia della Roma indosso.
Stamattina il presidente riparte da Ciampino. Alle spalle si lascia una squadra rinata e prima in classifica, un Totti blindato a vita con il contratto e una società ancora da ritoccare. A tutti i livelli. Nelle prossime settimane verrà ristrtutturata larea marketing dopo luscita di Winterling: il primo accordo della nuova era è la «mini» sponsorizzazione della Cne Gas & Power. Poi verrà lo stadio e tutto il resto. Magari un socio arabo.