GASPORT (A. PUGLIESE) - Si sono amati e poi lasciati, arrivando anche quasi ad odiarsi. Poi, dopo essersi chiariti, si sono spesso ignorati, limitandosi ai saluti di rito e lasciando spazio al rispetto reciproco
GASPORT (A. PUGLIESE) - Si sono amati e poi lasciati, arrivando anche quasi ad odiarsi. Poi, dopo essersi chiariti, si sono spesso ignorati, limitandosi ai saluti di rito e lasciando spazio al rispetto reciproco. Stasera Francesco Totti ed Antonio Cassano si ritroveranno ancora una volta contro. È già successo negli anni passati, ma stavolta ha un sapore diverso. Un po perché la Roma (che non vince le prime tre partite consecutive dal 200708) per agganciare il Napoli in vetta deve dare una spallata proprio ad un ex di lusso come Fantantonio, un po perché è la partita che segna un anniversario, quello dei dieci anni dal punto più alto della coppia TottiCassano, quella che nel 2003 sembrava poter disegnare il futuro del calcio azzurro. «Cassano e Totti sono il futuro dellItalia», diceva in quei giorni Fabio Capello, che i due se li è goduti per un po varando la formulafantasia, ma dovendo fare anche i conti con le tante «cassanate» giallorosse.
IL FLOP CON LA SAMPDORIA - Se stasera la Roma vince, dunque, torna in vetta tre anni e mezzo dopo lultima volta, quel 18 aprile 2010 che anticipava la sfida casalinga (poi persa per 12) con la Sampdoria di Cassano. Già, proprio Antonio, che in quelloccasione pennellò un assist al bacio per il temporaneo pari di Pazzini (dopo il gol iniziale di Totti, in un Olimpico che sognava ad occhi aperti). Quel k.o. fu la buccia di banana su cui la Roma perse lo scudetto e Cassano ci mise lo zampino decisivo. Festeggiò, il barese, proprio in quello spicchio di campo dove in precedenza era abituato a spaccare le bandierine a calci. E festeggiò perché, in cuore suo, le rivincite erano infinite: dalla Roma a Totti, appunto, con cui lamore iniziale si era trasformato in litigi (nati per i cachet per una comparsata in un programma televisivo).
DAL DOPPIO BACIO AL GELO - Eppure, da quando arrivò a Roma nel 2001, fu proprio Totti ed il suo entourage a prendere sotto lala protettrice Cassano, mamma Giovanna e linseparabile Nicola (il cugino di Antonio). Antonio non faceva niente senza Francesco, ammirato come un Dio in terra. Così tanto che prima di ogni partita Antonio e Francesco avevano un dolce rito, quello del doppio bacio portafortuna. Ed, in effetti, di fortuna gliene portava a tutti e due, visto che con Giovanni Trapattoni proprio nel 2003 cominciarono a comporre la coppia dattacco azzurra (o uno dei due in alternativa a Vieri). Poi, dopo il litigio e lautobiografia di Cassano (che provocò più di qualche prurito a Totti), ecco il grande gelo: Francesco e Antonio a lungo si sono appena salutati, anche se ne negli ultimi tempi i rapporti sono tornati ad essere migliori di prima. Ancora oggi Antonio a fine gara regala la sua maglia a Francesco (è successo con la Samp, lInter e il Milan) e ne parla sempre bene, proprio come Totti che appena può non lesina complimenti allex amico. Ma niente a che vedere con lamore di quegli anni lì, ovviamente, che proprio nel 2003 visse un apice che sembrava poter essere senza fine.
NAPOLI E DONADONI - «Totti e Cassano hanno fatto percorsi diversi, masono entrambi giocatori talentuosi, di spessore e al di sopra della mediaha detto ieri Roberto Donadoni, che con il capitano giallorosso non ha avuto mai un rapporto doro in nazionale . Stasera chi dei due avrà più fame e riuscirà a trasmetterla ai compagni farà realmente la differenza». Garcia, ovviamente, si augura che alla fine sia Totti e non Cassano. Perché arrivare al derby da capolista vorrebbe dire alimentare le pile dellentusiasmo giallorosso e perché agganciare in vetta proprio il Napoli che ha «aggredito» Lamela è una cosa che piace a tutti, a cominciare dallambiente societario. Di mezzo, però, cè ancora una volta Cassano, lex pupillo di Francesco. E qui lamicizia non conta più, contano i punti, la fame ed il talento. Senza gelosie, ma con la voglia di dimostrarsi più bravo dellaltro. Perché alla fine un decennale è sempre una festa. Ma, stavolta, non per tutti e due.