CORSERA (G. PIACENTINI) - «Che tristezza...». Non ha nemmeno bisogno di utilizzare tutti i 140 caratteri di Twitter, Pablo Daniel Osvaldo, per dire la sua sullennesimo episodio che lo ha visto protagonista in questa calda estate romana, resa ancora più calda in
Il lungo addio tra la Roma e Daniel si è consumato lentamente, tra telefonate «rubate» in cui i dirigenti giallorossi spiegavano la strategia per la cessione, contestazioni («potevi essere un imperatore, non hai capito niente»), risposte («che c....volete, ho segnato 200 gol») fino quasi allo scontro fisico coi tifosi nel ritiro di Riscone. Una fine già scritta, ma che ancora non si è concretizzata: che la Roma voglia liberarsi di Osvaldo lo sanno anche le pietre, che Daniel voglia lasciare la squadra è sempre più evidente. Una convergenza dinteressi che non ha portato ancora al divorzio e che potrebbe complicare i piani di mercato della proprietà americana, costretta a rinunciare a uno dei gioielli di famiglia (più Lamela di Pjanic, ritenuto incedibile da Rudi Garcia) per ripianare il bilancio nel caso il centravanti con la chitarra non ricevesse lofferta giusta.
La Roma, infatti, lo avrebbe mandato volentieri al Southampton o al Wolfsburg, pronte a mettere sul piatto venti milioni di euro, ma entrambe le destinazioni non hanno incontrato il gradimento del centravanti: la Germania non è stata presa in considerazione, come San Pietroburgo, dove Spalletti avrebbe fatto ponti doro per portarlo allo Zenit. E se dovrà essere Inghilterra, è meglio Londra, dove ci sono grandi squadre e buona musica. Peccato che dalla city non siano arrivate offerte concrete, e comunque non alle cifre che vorrebbe la Roma, che nelle ultime ore ha riaperto i contatti con Madrid, sponda Atletico. Una soluzione che potrebbe fare felici tutti, anche perché lalternativa è una convivenza forzata che, alla luce degli ultimi fatti, sarebbe meglio evitare.