IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Un simbolo. Così Rudi Garcia ha definito il gol di De Rossi a Livorno. Il segno che qualcosa è cambiato, che Daniele e la Roma possono voltare pagina. Insieme. Che qualcosa del genere potesse accadere era a dir la verità nellaria. Facile dirlo dopo, con i 3 punti nel cassetto, ma cerano stati già altri
Lultima laltro ieri, la prima nel 2005-2006. Era il giorno di un altro debutto, quello di Luciano Spalletti. A Reggio Calabria fu subito tempo di sorrisi per un 3-0 aperto da Mancini e chiuso da Nonda. Un anno dopo la storia si ripete: ancora Mancini, soprattutto ancora De Rossi. 2-0 proprio contro il Livorno, proprio come è successo questa volta. Con Spalletti il feeling si era creato, eccome. Così come quello tra De Rossi e Luis Enrique. Il debutto di Lucho fu da incubo con la sconfitta in casa contro il Cagliari. Ma Daniele, che nel tecnico spagnolo credeva fermamente, provò a salvargli la giornata. Gol al minuto 94, troppo tardi per rimediare a quelli del solito Daniele Conti e di El Kabir. Il cerchio di quella stagione si chiuse qualche mese più in là, il 13 maggio, con la vittoria inutile a Cesena col gol numero 4 in stagione di De Rossi. Lultimo, fino a Livorno. Il simbolo, linizio.
Lennesima prima volta per uno che le prime volte non le vive, le divora. Da sempre. Prima volta da titolare allOlimpico, di gambe che tremano neppure lombra. A tremare, a gonfiarsi, è la rete. Ed è vittoria per 3- 1 sul Torino. Era il maggio del 2003, aveva appena 19 anni. Un anno e qualche mese dopo, a 21 appena compiuti, ecco la Nazionale. Quella con la enne maiuscola, quella dei grandi, quella che deve qualificarsi per un Mondiale che Daniele vincerà segnando il suo rigore nella finale. E il 4 settembre, a Palermo cè la Norvegia, è il suo debutto, è una notte per De Rossi che segna e lItalia vince 2-1. E lazzurro lha tenuto a galla nella stagione scorsa. Storta sotto tutti i punti di vista. Storta per De Rossi, storta per la Roma che poi sono la stessa cosa. Ma ora la Nazionale non conta, ora cè il giallorosso, cè la squadra che «ho un solo rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera». Cè la voglia di tornare a sorridere anche qui, con Rudi Garcia che «Ci sta dando unidentità precisa». Anzi, il sorriso è già tornato: boom e palla allangolo. Un simbolo, un segno.