CORSPORT (M. EVANGELISTI) - Nessuno pensi che Francesco Totti, a dispetto del nome papale e agiografico, possieda la vocazione dellagnello sacrificale. E stato lui a condurre il gioco, sin dallinizio. Il gioco in senso stretto
Ogni anno che passa forse Francesco perde un chicco di mobilità ma se possibile guadagna in delicatezza di tocco. Contro il Chelsea è stato visto saltare due uomini in dribbling secco, numero che da qualche tempo preferiva non arrischiare. Squadre di vario ordine e grado gli hanno costruito intorno trappole inutili. Il pubblico lo ha acclamato e invocato, preteso di vederlo in campo, perché pagare il biglietto altrimenti? Lo stadio Memorial Robert Kennedy tappezzato di manifesti viventi del Chelsea a un certo punto si è messo a gridare per lui, visto che nel primo tempo i ragazzi di Mourinho non rispondevano e anche lo Speciale taceva allibito.
COME GLI PIACE - Il limite del rapporto tra la Roma e il suo leader oggi sta proprio nel potere di dispensare gloria che questi porta nei piedi. Quando Totti prende palla a centrocampo tre quarti della squadra parte in avanti e ciascuno dei giocatori pensa: questo può essere il mio momento, chio sia un predatore darea o un corridore dalle punte arrotondate. Se Totti perde un contrasto - può succedere anche questo - è tutto un ritorno affannoso e ritardato verso la metà campo difensiva.
Nessuno ha mai pensato seriamente che tra Totti e la Roma potesse finire tutto il prossimo giugno. Tanto meno Totti, che firmerà il nuovo contratto come gli piace e dove gli piace. A Roma, la città che ha amato e compreso troppo tempo per accontentarsi di essere festeggiato in una Boston qualsiasi.