IL TEMPO (A. AUSTINI) - Il tocco di Totti, la sassata di De Rossi, l'esultanza di una Roma unita e liberata. Il senso di una sera di fine estate a Livorno è racchiuso in pochi secondi. «Un gol simbolo» lo definisce Rudi Garcia, che ringrazia il centrocampista e si prende i primi tre punti nel campionato italiano. «Una piccola
Più delle sue parole da «man of the match», come sempre non banali, dice tanto quell'abbraccio al quasi ex Lamela e agli altri compagni mentre il povero Bardi raccoglieva il pallone dentro la porta. «Non è il mio primo pensiero fare gol - racconta Daniele - ma ci ho fatto caso. Segnavo sempre 4-5 gol a stagione, invece l'anno scorso è andata male anche da questo punto di vista oltre ai risultati della squadra. L'esultanza di gruppo? A Trigoria mi vogliono tutti bene, è la mia seconda casa. Quando vivi un periodo negativo, la gioia di una piccola rivincita si condivide insieme. Viviamo in una città un po' pazza, ma quando faccio bene mi danno più meriti di quelli che ho. Fondamentalmente Roma mi vuole bene, questa è linfa per me e la mia storia qui». Un gol bello e speciale. «Questo stadio - ricorda - è il primo che mi ha visto calcare i campi: ci venivo sempre con mio padre che giocava qui, lui lo ama e per me significa tanto».
Non si poteva ripartire meglio, insomma, ma la strada del riscatto è lunghissima. «Questa vittoria non la dimenticheremo in fretta, abbiamo dimostrato di poter tornare a far bene. È stata una partita vera, difficile, però non abbiamo fatto niente di che: abbiamo battuto il Livorno, ora dobbiamo lavorare sodo per la prossima gara senza fare proclami: fino alle 17 di oggi c'era tanto sconforto. Questa squadra sa soffrire, abbiamo dominato 90' senza subire niente, ho visto segnali di miglioramento».
Gran parte dei meriti li dà a Garcia, anche se «con gli allenatori - sottolinea - in passato ho parlato troppo presto e non vorrei bruciarlo. Sta facendo bene, con una buona fusione delle cose positive portate dai due precedenti tecnici e ci sta dando un'identità. Adesso sta a noi aiutarlo». E alla società. «Nel mercato - dice De Rossi - può ancora succedere di tutto. Lamela? Non faccio nomi perché non sono il direttore sportivo. La stagione negativa l'abbiamo vissuta tutti, anche i dirigenti sanno che non si può più sbagliare. Come dice la curva Sud: "Non saper rimediare a una sconfitta è peggio della sconfitta stessa"».
Messaggio recepito anche da Totti, voglioso di rivincita e «tirato» a dispetto dei suoi 37 anni. «Era fondamentale - scrive il capitano sul blog personale - partire con il piede giusto. Ci siamo riusciti ma siamo solo all'inizio di una lunga stagione».
A completare la serata dei romani ci ha pensato Florenzi, l'uomo che ha fatto più male al Livorno, non solo con il gol della sicurezza. E per poco non ci ha rimesso una gamba franando addosso al tabellone. «Una botta tremenda - racconta Florenzi - ma sto bene. Ho cercato di fare quello che mi ha chiesto Garcia, andando in profondità. Quando ha segnato Daniele sembrava avessimo fatto gol in 25: siamo uniti e felici». Sperando che duri a lungo.