Cambia il fuorigioco. Nuova regola: difensori nei guai

02/08/2013 alle 12:10.

GASPORT (F. CENITI) - Chiamiamola evoluzione del fuorigioco. Cambia ancora la regola più decisiva del calcio, quella che può strozzare in gola l’urlo di un gol oppure dare il via alle esultanze più sfrenate. Un gesto conosciuto da tutti gli sportivi fa e farà la differenza: bandierina alzata, bandierina abbassata. Questo piccolo segnale compiuto dagli assistenti

Un esempio? La cosiddetta tripla sanzione: rigore, più espulsione per aver negato una chiara occasione da gol, più automatica nella gara successiva. Regola penalizzante specie per i portieri che l’Ifab, seppur sollecitata da molte Federazioni compresa l’Italia, si è rifiutata di mettere in discussione. Ma torniamo al fuorigioco: dal primo luglio è in vigore la circolare uno. Va a mettere mano specialmente su quelle situazioni in cui un giocatore trae vantaggio da una precedente posizione irregolare. Vediamo di capire come.

Che cosa cambia Gli assistenti dovranno avere sangue freddo e in alcuni casi fare una doppia valutazione. Fino al 30 giugno un’azione era fermata quando un passaggio era chiaramente diretto verso un giocatore in fuorigioco: l’intervento voluto e magari maldestro di un difensore non sanava l’irregolarità di partenza. Il trarre vantaggio era condizione sufficiente per far alzare la bandierina. Adesso non è più così: l’intervento volontario di un calciatore diventa un «tana libera tutti». Ci sono delle limitazioni: per considerare la posizione «passiva» (e quindi buona) non devono esserci interferenze. Che cosa vuol dire? Se l’attaccante prova a intervenire sul pallone — basta solo il movimento — il fuorigioco diventa attivo (e quindi da punire). Ma anche se l’attaccante resta immobile può essere punito: se si trova a una distanza considerata di gioco (più o meno fino a un metro e mezzo, ci vorrà buon senso da parte di tutti perché nessuno potrà misurare questo spazio in tempo reale), il fuorigioco deve essere segnalato.

Armonizzazione Come tutte le cose nuove ci sarà una fase di rodaggio, ma alla fine la modifica tende a fare meno distinzioni di prima. Il caso che tutti ricordano è il gol di Trezeguet in -Torino del 2007: il francese in fuorigioco non era il destinatario del passaggio e venne rimesso in gioco da un colpo di testa sbagliato. A fatica (Trapattoni a Euro 2012 ancora si lamentava per una rete valida subita dall’Irlanda dimostrando di essere rimasto legato alla vecchia regola) questo concetto di «giocata» è entrato nel nostro bagaglio culturale sulle regole. Il consiglio dato da Pierluigi Collina (ha spiegato la circolare nei giorni scorsi agli organi tecnici) è di aspettare l’evoluzione del gioco prima di alzare la bandierina.

È bene che lo sappiano allenatori, calciatori, tifosi e anche giornalisti: il ritardo non sarà dovuto a sbadataggine, ma solo perché può accadere qualcosa (un intervento del giocatore) che azzera il fuorigioco.

Altre esenzioni Restano immutate altre situazioni. Sarà sempre fuorigioco se un giocatore copre la visuale del . E ancora, proprio le respinte del non possono essere riprese da un attaccante in offside (altrimenti la bandierina va su) e la stessa cosa accade su un intervento del difensore mirato a evitare un gol. Non sono considerate giocate, infine, le opposizioni e le successive carambole (su tiri in porta o palloni che sbattono addosso a un difensore ignaro). L’intervento deve essere volontario. Se non lo è resta il fuorigioco. Almeno fino alla prossima circolare dell’Ifab...