Destro, recupero infinito e nervi tesi

20/07/2013 alle 11:38.

CORSERA (C. PASSERINI) - Da due settimane, dal lunedì al venerdì,Mattia Destro è domiciliato in un quattro stelle della periferia di Brescia, distante su per giù un chilometro dalla clinica Sportlife dove l’amico e massaggiatore di fiducia Piero Serpelloni lo sta aiutando a riprendersi la sua carriera da centravanti messa a rischio da un ginocchio instabile.



Alcuni testimoni raccontano di un pesante litigio («Siete degli avvoltoi», ha urlato il manager) e di una manata alla telecamera (o allo zigomo?) dell’operatore, che subito dopo è andato al pronto soccorso e sta valutando una denuncia. Contattato in serata, Contratto ha però preferito non commentare l’accaduto. Altri testimoni, in realtà, riferiscono di una situazione precipitata dopo che il procuratore aveva più volte pregato (invano) i giornalisti, i fotografi e gli operatori di evitare interviste, scatti e riprese «per lasciare tranquillo Mattia, che ha bisogno di riposo». Il ragazzo ha scelto lo Sportlife perché conosce Serpelloni - uomo di fiducia di diversi campioni, fra i quali Shevchenko, Inzaghi, Pirlo - da molti anni, fin dai tempi delle giovanili dell’Inter. E poi perché suo padre Flavio ha allenato per qualche tempo il Montichiari, nel Bresciano.



In questi giorni si è detto e scritto molto sulla vicenda del ragazzo e sulla sua perdurante assenza. Ma la verità pare essere molto più lineare: dopo l’operazione in gennaio, il menisco esterno del ginocchio sinistro di Mattia continua a dare problemi per via di un’infiammazione che sembra non volere passare mai. Giovedì il ragazzo è volato a per un consulto dal professor Cugat che ha parlato di «buoni progressi» ma che gli ha prospettato almeno altri due mesi di terapie riabilitative nella clinica bresciana.




Al suo fianco sempre presente la fidanzata Ludovica Caramis, 21 anni, valletta del programma tv «L’Eredità». Mentre lì vicino si consumava il parapiglia fra il suo agente e il cineoperatore, lui e lei si avviavano verso l’auto con grande serenità, almeno in apparenza. Da lunedì torneranno in Lombardia per riprendere le terapie che dureranno almeno fino a Ferragosto. Sempre che la sceneggiata di ieri non convinca la Roma a cambiare i piani. Sarebbe assurdo, ma non impossibile.