IL ROMANISTA (V. META) - Non ci fosse stata la sentenza del processo sul calcioscommesse a sancire la doppia retrocessione del Lecce, magari a questora Francesco Di Mariano vivrebbe al pensionato di Trigoria già da un anno. Invece il trasferimento promesso si concretizzerà nelle prossime ore, visto che ieri Sabatini ha messo le mani sul primo 96 italiano a esordire fra i professionisti, battendo la concorrenza della Sampdoria. Cinquecentomila euro al Lecce e il diciassettenne talento palermitano che andrà a rinforzare la Primavera di Alberto De Rossi.
Della serie, buona la seconda. «Sapevo che cera un forte interessamento della Roma, che mi avrebbe preso in comproprietà. Poi mi ha chiamato il presidente Tesoro per dirmi che puntava su di me, e che non mi avrebbe ceduto neanche per due milioni di euro». Lo raccontava così, lo scorso autunno, il suo precedente soltanto sfiorato con la Roma. Ma quando Sabatini è tornato alla carica, non cera resistenza che tenesse.
Siciliano di Palermo, cresciuto nel Ribolla e passato ai rosanero a dodici anni, a quattordici fa un provino di tre giorni con il Lecce: il primo cè una partitella, dopo un tempo lo fanno uscire e gli dicono che può anche tornarsene a casa. E mandano un anticipo di cinquemila euro al Palermo per opzionarlo. Zamparini temporeggia e allora lui accetta, fa le valigie e si trasferisce a Lecce, dove ci mette poco a confermare quanto di buono di diceva di lui già da almeno tre anni.
Nella Primavera della Roma ritroverà i compagni di nazionale Capradossi e Calabresi, con i quali non ha condiviso le fasi finali dellEuropeo Under 17 solo perché nel gruppo dei 96 cè talmente tanta qualità che il ct Zoratto è stato costretto a fare scelte dolorose. Ma in autunno ci sono i Mondiali e magari i romanisti saranno in tre