Sei derby, club senza stadi: ecco come sarà il prossimo anno

24/06/2013 alle 14:35.

REPUBBLICA.IT (F. BIANCHI) - Sei derby, il prossimo campionato: Torino (Juve e Torino), Milano (Milan e Inter), Verona (Chievo e Verona), Roma (Lazio e Roma), Genova (Genoa e Samp) e mettiamoci pure Trieste (Udinese e Cagliari). Non essendoci stadi di proprietà, se non quello della Juve, molti terreni di gioco saranno

La Figc da quest'anno ha imposto una nuova regola: i club devono indicare un impianto a norma per tutta la stagione, non più con deroghe, come Is Arenas chiuso, semichiuso, riaperto, ecc. In un balletto stucchevole: eppure Osservatorio e Lega, con buona volontà, avevano cercato di aiutare Cellino ad avere un impianto suo, piccolo, adatto a questi tempi e che poteva diventare davvero la casa dei sardi. Poi, tutto è saltato per beghe locali, ripicche, incomprensioni. La magistratura stabilirà se sono stati commessi reati. Spiace per i tifosi sardi: come si può pensare che possano andare a Trieste? Il Livorno, neopromosso, avrà la deroga (19.400 posti), così come l'aveva avuta il Siena lo scorso anno. Quest'anno, comunque, sembra che i club abbiano una maggiore attenzione ai loro impianti, e anche sul fronte abbonamenti ci saranno molte promozioni (ma ci sarà ancora, purtroppo, la tessera del tifoso...). Quest'anno c'è stato un aumento dei tifosi, che potrebbe essere confermato anche la prossima stagione. Segno che il sistema-calcio, nonostante tutti i problemi, tiene ancora. Nella passata stagione, la Lega di A ha gestito nel migliore dei modi il calendario degli anticipi e posticipi: anche se qualcuno scopre sempre che a gennaio a volte nevica... La prossima stagione sarà più difficile, essendoci i Mondiali del Brasile si dovrà concludere prima il campionato: aumenteranno le notturne (anche in inverno) e così i rischi di rinvio. Certo, ci sono ancora problemi e le pay tv, Sky in testa, non sono felici di un campionato a venti squadre, spalti vuoti, terreni di gioco a volte non all'altezza. Ma il nostro calcio non è così mal messo come a volte sembra. E qualcosina, per fortuna, sembra muoversi...

 
Basket in bolletta: solo Siena e Milano in Eurolega 
Secondo sport, dopo il calcio, ma il basket vive momenti più che difficili: la crisi economica si fa sentire, e per fortuna che il nuovo (vecchio) presidente, Gianni Petrucci, vuole rimettere ordine, tagliando i rami secchi. In Eurolega, la del basket, sono iscritte solo due squadre italiane, Siena (che giocherà a Firenze) e Milano, mentre Varese tenterà di entrarci attraverso le qualificazioni. La Spagna ha 4 club, la Turchia tre. Siamo male: a Varese e Cantù era stata chiesta una tasse di entrata da 500.000 euro, e hanno rinunciato. Prima di loro aveva detto di no anche Roma (giocherà nella meno prestigiosa e costosa Eurocup, la Coppa Uefa del basket): per fare una squadra competitiva in Eurolega ci vogliono circa 15 milioni di euro, se non di più. E la Virtus spende poco più un milione all'anno per fare il campionato (e arrivare seconda...). In più per fare l'Eurolega la squadra di Claudio Toti, avrebbe dovuto spostarsi al Palalottamica che costa, d'affitto, circa 30.000 euro a partita. E come si fa a riempirlo? Solo con una squadra che possa tenere testa a Real Madrid e Olympiacos: ma è impossibile per le capacità attuali del basket romano. Un passo alla volta, salvata la squadra ora va rinforzata. E per fortuna che lo sponsor Acea non molla. Ma, come detto, è un periodo difficile: basta pensare a Siena. Che ne sarà senza i soldi del Monte dei Paschi?