IL GIORNALE D'ITALIA (F. COLOSIMO) - Roma e Lazio sono accomunate, da sempre, dalla rivalità e dalla supremazia. Sportiva, territoriale, ma non solo. Le due squadre della Capitale, oggi, hanno un punto in comune
Se si pensa ai costruttori della Capitale, protagonisti di quel boom edilizio degli anni 60 che ancora oggi caratterizza il profilo cittadino, la famiglia Parnasi rientra a pieno titolo nelle cronache che vedono riuniti i Caltagirone, i Toti, i Mezzaroma e gli Scarpellini. Da mesi a questa parte, il giovane imprenditore è al centro di una delle questioni più importanti legate alla Roma: lo stadio di proprietà. Perché è proprio in uno dei terreni dei Parnasi, a Tor di Valle, che nel 2016 verrà costruito il nuovo Polo.
I primi legami tra Parnasi e la società di Trigoria risalgono al periodo della cessione della Roma alla cordata americana. Già dal febbraio 2011, ovvero prima dellacquisizione della quota di maggioranza della società (il 60%) da parte di DiBenedetto & co, Parsitalia era in lizza per prelevare la quota che, ancora oggi, rimane nel portafoglio di UniCredit ( il 40%).
La questione stadio è importantissima, fondamentale, e Parnasi ha fiutato laffare. Questo, il nocciolo della questione, questa, la partita cruciale. Il costruttore sta trattando, giorno dopo giorno, con UniCredit. La trattativa è difficile, ma non impossibile. Listituto di credito, della Roma anche se non può ammetterlo non ne può più.
Parnasi però non è abituato a svolgere un ruolo di secondo piano. Limprenditore, da sempre, ha svolto la parte del protagonista. Per questo motivo, la trattativa con UniCredit è solo il primo passo. Il secondo, quello decisivo, è lacquisizione di quasi tutto il pacchetto di maggioranza. Pallotta ne è al corrente, e per il momento nicchia. Ma gli insuccessi, e le problematiche di queste stagioni fallimentari, potrebbero convincerlo a desistere e a concentrarsi sullo sport che più ama, il basket. La trattativa tra Parnasi e UniCredit è segreta, ma certa. Nessuna conferma al momento, ma è solo questione di tempo.
Dalla Roma passando per la Lazio. Ricordate lo sceicco Khalid Al Shoaibi? Limprenditore saudita di 49 anni, proprietario del 20% dellAl Shoaibi Group (il restante 80% è tutto in mano al padre) società che fattura ogni anno oltre 2 miliardi di euro - che negli scorsi mesi aveva formulato una proposta da 80 milioni di euro per prelevare il 66,692% della società? Ecco, la pista sembra essere ancora calda. Il numero uno dei biancocelesti aveva risposto a quellofferta con una provocazione: 200 milioni di euro, la richiesta. Esagerata, se pensiamo che la Lazio è unazienda quotata in borsa dal valore stimato in 24 milioni di euro.
Limprenditore romano non sembra comunque intenzionato a cedere. La prima squadra della Capitale, infatti, per limpresario di pulizie, è un bene troppo prezioso. La sua importanza, allinterno della Lega Calcio, è ben nota. Lotito è stato il vero regista dell operazione Beretta-bis. Lo scorso 28 gennaio, mentre gli altri club si dividevano tra i sostenitori di Abodi e quelli di Simonelli senza mai superare le 11 preferenze (ben lontane da quota 14), Lotito tesseva la tela. In questa maniera Maurizio Beretta lha spuntata e Lotito si è preso la carica di consigliere in Figc insieme a Pulvirenti del Catania, facendo pesare lalleanza con Galliani (Milan) cui è andata la vice-presidenza. Sgambettando sia Agnelli che Moratti, tagliati fuori.
Nella stanza dei bottoni Lotito conta eccome, e questa cosa lo fa sentire importante. Il numero uno dei biancocelesti, anche per questo motivo, non ha intenzione di vendere. Il vulcanico e litigioso presidente ha pronto però il suo paracadute. Lo nasconde, per adesso, ma se la Salernitana dovesse (il prossimo anno) conquistare la promozione in Serie B, potrebbe sicuramente cedere alle avances.
Ciò che è certo, è che economicamente parlando Lotirchio (così è soprannominato), non può garantire alla Lazio quello che Agnelli e De Laurentiis assicurano alle loro società. La Lazio ha sì dimostrato che per vincere non cè bisogno di spendere cifre folli, ma dallaltro canto, grazie alle promesse non mantenute del suo presidente complice un mercato di riparazione a dir poco deludente per ben due anni sì è vista sfuggire laccesso ai preliminari di Champions League. Competizione dalla quale una grande squadra, di questi tempi, non può assolutamente prescindere. I tifosi chiedono sforzi, sacrifici ed investimenti. Lotito deve garantirli, altrimenti è meglio che si faccia da parte per lasciare strada a chi ha voglia di far sognare.