CORSPORT (M. EVANGELISTI) - Due secoli lun contro laltro armati, ma a che serve? Una società è passata, laltra è qui pure se in larga misura deve ancora battere un colpo. Rosella Sensi, erede del grande Franco e presidente della Roma alla fine del decennio scorso, è costretta a rispondere a James Pallotta, il numero uno
Fin qui è difficile dar torto alla Sensi, punta nel vivo degli affetti (anche se i toni usati da Pallotta non sembravano offensivi). Né è contestabile quanto afferma a proposito di Francesco Totti: «Non lasciatelo andare via. Significherebbe perdere lultimo simbolo di un calcio che non cè più» . La sua replica va sopra le righe quando diventa pura difesa della società che fu, banale agiografia di se stessa e dei suoi: «Mi avevano offerto ben più di 50 milioni per De Rossi. Non credo di essere stata una sciocca a non accettare. In questo mestiere bisogna essere estremamente razionali ed estremamente innamorati di ciò che si fa, perché essere presidente della Roma è una cosa unica. Avevamo uno staff eccezionale con Daniele Pradè, Bruno Conti, Cristina Mazzoleni, Vito Scala. Avrei poco e tanto da dire sulla vendita della società. Rimando a momenti più felici. Per adesso vorrei solo vedere la Roma vincere» .