L’attesa di Aurelio, tradito da se stesso

19/06/2013 alle 10:05.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - «Io mi confermerei», disse Aurelio Andreazzoli alla vigilia della trasferta in casa dell’Udinese. Era l’8 marzo e la sua Roma, dopo aver perso a Genova contro la Samp, aveva infilato tre vittorie di fila contro Juventus, Atalanta e Genoa. «Se mi chiedessero un consiglio farei il nome di Andreazzoli

 
IL PRESENTE
Oggi la Roma presenta il suo nuovo tecnico e Aurelio se ne sta ancora in vacanza in attesa di disposizioni. La speranza/sogno di continuare a essere al timone della Roma è definitivamente naufragata lo scorso 26 maggio quando ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare nella partita che non avrebbe mai dovuto toppare. Non unico colpevole, certo, ma neppure unico innocente. «So io dove mettere le mani, come metterle e con chi metterle», annunciò con una presunzione fuori luogo nella sua prima, chilometrica intervista a Roma Channel. Colpito da improvviso benessere, Andreazzoli non si è mai dato una regolata a livello mediatico. «C’è mancata solo la ciliegina sulla torta», le sue parole dopo la sconfitta nel derby. Arrivata, come (quasi) tutti sanno, dopo la mancata qualificazione all’Europa, anche a quella minore, per un mediocre sesto posto in campionato.
 
IL FUTURO
L’allenatore temporaneo, come era stato definito dal management di dopo la cacciata di Zdenek Zeman, ha altri due anni di contratto con la Roma ma non ha un posto di lavoro. Nel senso che si porterà i suoi collaboratori e lui, l’uomo di fiducia del ds , ben che vada potrebbe essere il terzo, se non il quarto dello staff. Un po’ poco, ne converrete, per chi fino a un mese fa era alla guida della prima squadra. «Questo è il mio mestiere e credo di saperlo fare bene. Ho una certa esperienza per fare tutto quello che mi si potrebbe prospettare. O qui o altrove. Oppure posso fare quello che ho sempre fatto. Il mio destino ce l’ho chiarissimo e lo decido io», il suo virgolettato datato lo scorso 18 maggio. Andreazzoli è un professionista che si è trovato a gestire una situazione forse più grande di lui e che per questo merita rispetto e un’altra chance, magari lontano dalla comoda culla della capitale. Da affrontare, questo è un consiglio, con un pizzico in più di umiltà.