IL TEMPO (A. SERAFINI) - Alla ricerca dell'affidabilità. Quella che la Roma, dopo due anni di insuccessi, vuole ritrovare. Partendo proprio dai pali. A Trigoria il nome per il rilancio, sotto il segno dell'esperienza, è quello di Julio Cesar, individuato da Garcia
Un rischio che l'allenatore francese non vuole correre, soprattutto dopo i malumori causati dalle recenti insuccessi passati tra i guantoni di Stekelenburg e Goicoechea. E la Roma ora proverà ad accontentarlo. Julio Cesar ha già espresso il suo desiderio di voler tornare in Italia, pronto anche a ridursi lo stipendio londinese da quasi 4 milioni netti a stagione. «La Roma? Ho saputo del loro interesse e mi fa piacere. Totti è un grande campione, ma gli anni passano per tutti, anche per me», rivelava il numero uno appena un paio di mesi fa. Meglio sbrigarsi quindi. Il contratto al Qpr lo lega sino al 2016, ma il brasiliano può firmare con qualsiasi altro club fin da subito grazie alla clausola che gli permetteva di svincolarsi in caso di retrocessione, che come un cattivo presagio alla fine è arrivata.
La Roma tratta sui circa 3 milioni a stagione (più bonus) richiesti dal giocatore, anche se l'aria di matrimonio si respira già da tempo, superando i dubbi di Sabatini sui piccoli problemi alla schiena di cui soffre saltuariamente il portiere. Per spuntarla, da Trigoria sono state messe sul piatto le comproprietà di Verre e Romagnoli, l'arma migliore per far scendere le richieste di Cellino e chiudere il secondo colpo estivo dopo quello di Benatia. Per la difesa rimane in piedi la pista che porta al croato Jedvaj, ma soltanto se la Dinamo Zagabria abbasserà le pretese fuori mercato per una giovane promessa.