Garcia è già un sergente: «Roma eccomi, non ho paura e ti darò l’Europa»

20/06/2013 alle 09:57.

GASPORT (A. PUGLIESE) - Ci sono allenatori che sanno dire tante cose senza in realtà dire niente. È una dote, una qualità, che provano ad insegnarti a Coverciano come a Clairefontaine. E poi è una questione di allenamento, anche quella. E di lavo

Dani & Daniele ieri ha passato molto tempo con il d.s. (che in serata è poi volato a Milano per risolvere le comproprietà), per studiare il ritiro (sarà circa 12 giorni, partenza tra il 10 ed il 12 luglio, due amichevoli invece di tre), la tournée americana (dieci giorni tra Kansas , Toronto e forse Washington) e lo staff tecnico (Andreazzoli farà il tattico, oltre a Bompard e Ficheux dalla Francia potrebbe arrivare il Dupont, Muzzi guiderà gli Allievi Nazionali). E poi il mercato, a cominciare dalle posizioni a rischio di Osvaldo e . «Su entrambi dobbiamo parlarne con ». Già, ma intanto Daniele ha dato evidenti segni di insofferenza. «È un giocatore della Nazionale, voglio conoscerlo. Se è un regista o no? Datemi il tempo di farlo tornare, può giocare in diversi modi. Il campo ci dirà poi la verità».

Sms & alleati Lui, intanto, la sua di verità se la sta costruendo così, con un sms personalizzato mandato ad ogni giocatore: «Ciao, sono , il tuo nuovo allenatore.Non vedo l’ora di conoscerti. Lavoreremo duro per vincere». Scritto rigorosamente in italiano, come in italiano vuole che gli si parli sempre. Il primo a rispondergli? , neanche a dirlo. «Lui avrà un ruolo fondamentale, dentro e fuori il campo». Già, perché nel suo modo di lavorare cerca alleati e Francesco sarà il primo della lista. «Io do molta importanza alla squadra, ci vogliono giocatori di talento e per fortuna li abbiamo. Il ? Per una grande squadra ci vuole un molto forte. Con ne stiamo cercando uno efficace». Tradotto, niente Rafael, che aveva già in mano. vuole esperienza, il è il barometro della difesa. «Perché la mia filosofia resta la stessa, le partite si vincono segnando un gol più dell’avversario, ma per vincere i titoli la fase difensiva è fondamentale». Niente paura Tra le tante cose non dette, su una (che stamattina ritorna a Lilla, dove domani saluterà tutti in una conferenza stampa) è stato chiarissimo: «Sono un tipo ambizioso, non ho paura di niente. Sono qui per vincere». Anche se la Roma, prima di lui, aveva scelto altri allenatori come Mazzarri e Allegri. «Non è importante essere una prima scelta, ma essere l’allenatore di una squadra. Ed imporsi con essa». Per farlo, però, Rudi dovrà scoprire tutti i mali di Trigoria, a cominciare da quel «dolore della sconfitta» richiamato tante volte anche da Andreazzoli (e non solo). «Le regole ci saranno, come in tutte le cose. Io sarò la guida e i metodi di lavoro saranno duri, permequesta è una cosa normale. Ma del passato, in generale, non m’interessa niente, per me conta il presente. L’obiettivo è tornare in Europa, se poi sarà ancora meglio. La Roma è un club che deve vincere, ma per riuscirci ci vorrà tempo. L’abbiamo visto altrove, anche in club con risorse importanti come Chelsea e Manchester . Acquisti? Saranno tutti concordati con me, non arriverà nessuno senza il mio assenso». Per i più giovani, ha chiesto anche un corso di comunicazione, perché è anche ora che i calciatori sappiano comunicare. Cose che insegnano a Coverciano come a Clairefontaine. Perché le parole sono importanti, anche per riuscire a non dire nulla.