LEGGO (F. BALZANI) - «Non ho paura di niente e voglio riportare la Roma in Europa attraverso il bel gioco». Ambizioso (come ama definirsi), ironico ed elegante. Così si è presentato Rudi Garcia, il primo allenatore francese della storia della R
Nel suo staff ci sarà anche Andreazzoli, con ruolo però ancora da definire. Passione affievolita da due annate storte (solo 5 tifosi a Trigoria e uno striscione: «Dateci i campioni»). «Non mi importa del passato taglia corto Garcia ma vincere con la Roma ora. È importante ritrovare lEuropa, se dalla porta principale (la Champions, ndr) meglio. Ho una rosa di qualità, ora voglio conoscere i giocatori. Solo allora potrò capire cosa serve e cosa no». Anche De Rossi rientra nelle valutazioni da fare: «Prima di parlare di ruolo o futuro voglio incontrarlo». Stessa risposta per Osvaldo, mentre su Totti il francese non ha dubbi: «Do più importanza alla squadra che ai singoli, ma Totti è un grandissimo e avrà un ruolo fondamentale in campo e fuori».
Fondamentale sarà anche la scelta del portiere (si allontana Rafael): «Una grande squadra ha bisogno di un portiere efficace. Sto lavorando con Sabatini, nessun giocatore sarà preso senza il mio assenso». E a chi gli ricorda che è una 3ª scelta dopo i rifiuti di Mazzarri e Allegri, Garcia risponde: «La cosa importante non è essere la prima scelta, ma essere lallenatore della squadra. Comunque da due anni parlo con la Roma ». Preoccupano le partenze a rilento di Garcia che potrebbero innervosire un ambiente spazientito: «Limportante è finire bene, il campionato è una maratona. Mi ritengo un diesel: a Lilla 4 volte su 5 siamo andati in Europa. Limportante è che ci venga dato tempo di lavorare. Giudicatemi dai risultati». Bisognerà anche gestire uno spogliatoio turbolento: «Per vivere in gruppo ci sono delle regole. Io sarò la guida».