CORSPORT (G. DOTTO) - «Voglio la testa di Garcia» è il più bel film di quel genio brutale di Sam Peckinpah, insieme a «Il mucchio selvaggio», due titoli che, per motivi diversi, vestono alla perfezione la Roma di oggi. Metti una meno macabra faccia al posto di testa e ci siamo, tutto torna. Voglio la faccia di Garcia e Garcia
Chi ci doveva riscattare? Quella parodia di Conte? Quella faccia da grullo trapuntata di denti, per non parlare della voce? Non cera bisogno dellultima eclatante conferma per apprezzare la personalità, si fa per dire, di Allegri. Bastava riguardare la conferenza stampa di presentazione a Milanello, la sua fantozziana sudarella, limbarazzo corposo con cui ingoiava, steso a tappetino, lo show egorroico di Berlusconi. Due anni dopo replica. Sè fatto sculacciare e umiliare pur di conservare la cuccia. Allegri, si capisce, è uomo che sa stare al mondo, ovvero larte dincassare tutto e strusciare sotto traccia. Buon per lui, ma non fa per noi. Pericolo scampato. E quattro milioni deuro risparmiati in due anni. Ci compri due femori di Paulinho (prendi lui, Roma, e sarai già, subito, dove meriteresti di essere!). Mazzarri? E tosto, volitivo, ma non ha un briciolo di genio, la sua faccia è rocciosa, senza un minimo di luce, la sua è la mediocrità dei forzuti disciplinatori. A Roma sarebbe sopravvissuto a stento, solo indovinando una caterva di risultati.
Rudi Garcia a Trigoria sarà una liberazione. Fidatevi. Non ho mai capito se, dopo una certa età, si finisce per somigliare alla propria faccia o è la faccia che finisce per somigliare a quello che si è. Quella di Garcia, solo per il fatto di circolare a Trigoria, sarà il manifesto di un nuovo film. Fidatevi. Cosa pensate sia lo strombazzato carisma di Mourinho? Faccia più voce. Aggregate a un pensiero non banale e unidea grandiosa di sé. I giocatori non sono con lui. I giocatori si farebbero impalare per lui. Perché lui è quello che loro vorrebbero essere. La loro proiezione ideale. Rudi Garcia ha i numeri per eguagliare Mourinho. Fidatevi. Luis Enrique diventò subito una caricatura e non per colpa di Fiorello. Non aveva la faccia e non aveva una storia. Zeman aveva la faccia giusta, ma troppe questioni sospese nellanima, troppi veleni che lo annebbiavano. Quella faccia diventò cupa e poi torva. (...)
La faccia di Garcia brucia. Guardatela bene. Passione pura. Ma senza la sensibilità femminea di Enrique. Garcia sa ridere di gusto quando è il caso. Ma ti sa dire due cose definitive guardandoti negli occhi. Quello che ci vuole a Roma. Il suo scudetto vinto al Lille ne vale cinque di quelli vinti da Allegri al Milan o Ancelotti al Paris Saint Germain. La promozione in Ligue 1 con il Digione o la semifinale, lanno dopo, in coppa di Francia valgono lo scudetto col Lille. Votato nel 2011 tra i primi dieci allenatori del mondo. Aimè Jacquet, tecnico della Francia campione del mondo 98, mica lultimo dei cretini, lo definì il più interessante degli allenatori di ultima generazione. Uno e trino. Inizia come preparatore atletico, si specializza come tattico, si afferma come allenatore. Se non sai chi è Garcia, non è colpa di Garcia. Meglio, molto meglio lui di Laurent Blanc. Che ha tutto addosso, per quanto ben mimetizzato, quel sopracciò cronico dei francesi. Meglio di Mancini. Strapagato, sopravvalutato e complicato, uomo permaloso come pochi e troppo background romano. Meglio di Bielsa, la cui pazzia è interessante ma non ha freni e oggi, a Trigoria, la pazzia, se deve essere, ha bisogno di un metodo. E poi, volete mettere? Garcia contro Petkovic sarebbe la sfida più suggestiva lungo il Tevere dellultimo mezzo secolo. Due uomini, due facce, due leader: un classico alla John Huston.