Roma, solo per l’immagine

12/05/2013 alle 10:27.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Vorrei che tutti pensassero alla squadra piuttosto che ai propri interessi». La preoccupazione di Zeman, datata 7 ottobre, diventa la profezia del tecnico esonerato il 2 febbraio. Sul finire dalla stagione, è proprio quello che sta accadendo sul pianeta giallorosso. Ognuno si affanna a difendere il suo lavoro e la sua posizione, ma a nessuno interessa la Roma, settima e fuori per il secondo anno di fila dal podio Champio



AURELIO SI FA I COMPLIMENTI - Andreazzoli si presenta con il foglio in cui celebra il suo percorso in campionato. gli occhiali, gonfia il petto: «Abbiamo fatto più nove sulla Lazio, più uno sul , più undici sull’Inter, meno uno sulla , meno quattro sul Milan che sta andando a mille e meno tre rispetto all’Udinese che ha fatto sette vittorie di fila. Non è un andamento così negativo come si vuol far credere con numeri che fino alla gara con il Chievo, tra l’altro giocata bene, erano da fenomeno mentre poi sono spariti». Il suo discorso convince, però, solo in un passaggio. «La Roma, guardando l’attuale classifica, non è attrezzata per tornare in Europa». La realtà, finalmente.





L’ELOGIO AGLI EREDI - «Non vedo perché Allegri e Mazzarri non dovrebbero far bene a Roma. Mi piacciono molto: il loro è l’identikit del mio allenatore ideale» avverte Andreazzoli. Saranno gli ultimi due rivali dell’annata. Che per lui finirà una settimana più tardi. «Sono qui per cercare di salvare una stagione cominciata male e per rivalutare gran parte dei nostri calciatori che erano in flessione. Vorrei vincere la Coppa Italia, ma non ho bisogno di dimostrare quanto sono bravo. Non cerco la conferma, sono già riconfermato a lavorare per questa società. E comunque sono io che decido il mio destino».