IL ROMANISTA (C. FOTIA) - Ridateci la Roma. Per pietà, ridateci la Roma. Potete cambiare tutto quello che volete: dirigenti, allenatori, giocatori, simboli, se lo ritenete opportuno. Ma dovete capire che il popolo romanista può sopportare tutto, ma non lumiliazione di perdere questa finale, una delle più importanti della nostra storia, in questo modo. Doverano il coraggio, il cuore, la voglia di vincere?
Doverano il coraggio, il cuore, la voglia di vincere? Dalla nostra parte, ieri, non si sono visti. Ma lo sapete voi il dolore che cè nei nostri cuori? È un dolore così grande che non può essere lenito da invettive, urla, strumentalizzazioni. Oggi noi sappiamo solo piangere, insieme alla stragrande maggioranza del popolo romano, porgervi il nostro dolore come il punto da cui ripartire. Dovete capire che questo nostro dolore non è un sentimento irrazionale, ma è figlio della fiducia che vi abbiamo dato. Della condivisione di una rifondazione che era necessaria e che abbiamo condiviso, ma non possiamo sopportare la leggerezza con cui, da due anni, la Roma affronta ogni sfida cruciale. Vedere la squadra che indossa i colori della Grecia innalzare una coppa che per noi avrebbe significato una stella sul cuore e laccesso al palcoscenico europeo è una macchia che deve essere cancellata. Subito. Ora. Non possiamo più aspettare. Non vogliamo più aspettare.
Sarebbe facile scaricare tutte le colpe sullallenatore, che pure, dichiarando che non ha nulla da rimproverarsi, mostra di non aver capito neppure lui cosa voleva dire questa finale. Perché non avevamo la fame rabbiosa che sarebbe stata necessaria per vincere? Perché abbiamo giocato una delle peggiori partite della stagione? Senza nessuna accensione, senza alcuna illuminazione, senza nessun guizzo? Ora servono umiltà, ambizione e ferocia. Lumiltà di chi deve considerare ogni avversario come il più forte di tutti. Lambizione di chi sa di rappresentare qualcosa che non può essere umiliata così. La ferocia di chi sa di dover vincere qualcosa allaltezza dellimmenso amore di cui è oggetto. Noi non siamo tra quelli che ora vi chiederanno di fare saltare le teste. Noi vi chiediamo, intanto, di mostrare il vostro dolore, di condividerlo con noi. E poi di rimettervi al lavoro, sapendo che dovrete stupirci. Non potete più sbagliare niente. Non possiamo più perdonarvi alcun errore. Scegliete un allenatore giusto, che possa veramente cominciare un ciclo e imporre non solo un modulo di gioco, ma anche la mentalità vincente. Comprategli i giocatori giusti per rendere la Roma competitiva ai livelli che le spettano. È semplice, non serve il genio di Aladino. Lumiliazione che abbiamo vissuto ieri non può essere cancellata dalle chiacchiere. Servono fatti. La rabbia di oggi è immensa quanto lamore che non crolla.