Missione Europa per l’intoccabile

07/05/2013 alle 09:31.

CORSPORT (M. EVANGELISTI) - Tra poco si libererà dell’etichetta di diciottenne, cosa che nel calcio fa tanto rito di passaggio.(...) Per allora, Marcos Aoàs Correa detto Marquinhos sarà la prossima stellina dell’Europa League o magari anche no. Queste due partite con il Chievo e con la brigata Allegri sono quelle che potranno trascinare la Roma alla qualificazione (...). E’ per questo che Andreazzoli esita seriamente a risparmiare le ginocchi

 
VECCHIO BAMBINO - Oggi Andreazzoli, ci ha avvertiti lui stesso, avrà tutta la giornata per pensare e qualche idea potrebbe cambiarla. Ma importa poco. Scenda in campo dall’inizio o no questa sera, Marquinhos si è ormai guadagnato il ruolo di irrinunciabile fulcro della difesa e non solo. (...)

Con la sua velocità e il suo senso della posizione, l’adolescente che è più adulto di molti veterani della Serie A ha spostato il baricentro della partita di sabato scorso. Permettendo a di rinforzare il centrocampo, andando a scheggiare i dialoghi a bordo area degli avversari, reggendo il passo delle freccette d’assalto viola. Ma è quello che fa regolarmente in qualsiasi situazione tattica la mente creativa di Andreazzoli lo piazzi, nella difesa a tre in cui diventa l’uomo da cui le punte cercano di tenersi alla larga o in quella a quattro dove va a chiudere sulle verticalizzazioni che prendono di controbalzo i compagni di reparto. 

A CASA - Marquinhos dà equilibri e certezze a tutti, ai cani da guardia e agli inventori di gioco, ai portieri e agli attaccanti che non si devono preoccupare troppo di quello che accade nell’altra metà del campo. La sua cessione è stata definita dai tifosi del Corinthians il peggior affare nella storia del club. Così oggi la Roma è meno amata del solito a San Paolo, dove si lamentano: stanno facendo i belli con i nostri campioni. In effetti ha smontato la difesa del Corinthians portandosi via Marquinhos, e Dodò. 

Ma almeno l’adolescente si considera a casa, scivola lungo tubi di gomma nei luna park divorando zucchero filato al fianco dei suoi amici e conterranei, dice di vivere «nella à più bella del mondo» e di non aver sbagliato «a scegliere la Roma, di sicuro» . Scivola, si diverte e mette le foto su , il social network dedicato alle immagini commentate. E’ arrivato a Roma e la prima cosa che gli è apparsa è stato un colpo sotto di . Lì ha capito che il calcio italiano non era poi quella giungla che gli avevano descritto. Che si poteva giocare a pallone. Con Zeman, con Andreazzoli, purché ci fosse . «E’ un fenomeno. Fa cose inimmaginabili in allenamento. E poi le fa anche in partita» . Ha sentito l’odore dei soldi del e non è cambiato. Forse solo un po’ turbato. «Poi mi guardo intorno e penso: qui sono troppo felice» .