CORSPORT (G. DOTTO) - Finisce con Montella che si morde a sangue il dito e, se non lo fermano, si sarà staccato una falange con tutti quei denti che ha. Come si fa a non capirlo, povero figlio, noi che gli vogliamo ancora un po di bene? Ce l
Chi segna? Ancora lui, il Vituperato, con le sue canotte dedicate alle chicas che amano il rock e dunque Osvaldo. A salvare questa Roma che, fino allimprovvisa botta di euforia, è la solita signora delle camelie, bella ma cagionevole, che appassisce rapida dopo qualche elegante svolazzo, sono, a parte i pali, portieri che due non ne fanno uno nella vox populi. In panchina Andreazzoli, profilo alla Nosferatu e cervello fino. Secondo solo perché non sapeva di essere Primo. Una sconfitta in dodici partite, meglio, molto meglio, di asturiani e boemi. Sa già, lui non particolarmente aggraziato ragazzo di campagna, che dovrà cedere la panca al livornese forbito che arriva da Milano. Storia buffa che ricorda quella di Monaco, dove Guardiola si presenta con qualche imbarazzo là dove Jupp Heynckes lascia il più fico Bayern della storia.
Così è. La Roma era lì che aspettava il fischio di Mazzoleni e si stringeva grata il suo inutile punticino. E bastata invece la zucca scaltra del Vituperato per rianimare lutopia. Tanto più che oggi il Milan non batterà il Torino. La Roma resta un happening indecifrabile. Non sai mai quello che sarà. Anzi, una cosa sì la sappiamo. Adesso abbiamo una difesa.