IL ROMANISTA (P. A. COLETTI) - Allorizzonte una partita che non vuol dire niente e unaltra che potrebbe voler dire tutto. Tutto questo con una panchina che ancora deve trovare il suo padrone per la prossima stagione. In un momento di massima incertezza sul futuro la Roma ha bisogno di punti fermi. Uno si chiama Nicolas Burdisso.
Da quando Andreazzoli si è seduto sulla panchina giallorossa Burdisso ha ritrovato il posto fisso in squadra: delle 14 partite di campionato disputate dalla Roma con Andreazzoli in panchina largentino ne ha giocate 12 dal primo minuto, ha saltato Roma-Pescara per squalifica e si è seduto in panchina per scelta tecnica solo nel derby dell8 aprile. Per il prossimo derby, però, lallenatore difficilmente farà a meno di lui. Una partita che vale più della supremazia cittadina, più di una stagione, più dellingresso in Europa League. Il 26 maggio Andreazzoli sa che in campo serviranno i leader. «Serve una bella partita per chiudere bene il campionato col Napoli e poi preparare al meglio la finale. Sarà una finale e anche un derby: ne abbiamo vinti 5 di fila, poi li hanno vinti loro, non conta nulla». Non si tira mai indietro Burdisso. E sul tema razzismo entra a gamba tesa: «Non sono daccordo per niente con i cori contro Balotelli. Mi hanno sorpreso, è la prima volta qui a Roma e queste cose vanno punite, non erano tutti i tifosi romanisti ma solo un gruppo. Siamo veramente contro questi atteggiamenti ed è la prima volta che li vedo in una tifoseria che non è mai stata razzista. Domenica è stato un episodio diverso, Mario è un personaggio molto controverso e allora si fa di tutto per innervosirlo, penso sia più questo: ma al di là di tutto sono assolutamente contro questi atteggiamenti. Di cosa abbiamo parlato con Rocchi durante linterruzione? Ci ha detto che fermava la partita per dare un segnale ai tifos. È stato un bel segnale, speriamo non succeda più».