CORSPORT (M. EVANGELISTI) - Un allenatore cè già, ci mancherebbe altro. «Sono io, nella pienezza del ruolo, e so fare questo mestiere». Aurelio Andreazzoli, luomo che non cè sulla panchina più affollata del mondo, carica di Allegri, di Benitez, di Bielsa
IL VOTO - Nessun limite alla provvidenza che governa il calcio. In effetti qualcuno potrebbe anche essersi invaghito dello stile di Andreazzoli e la Roma non impedirebbe certo al suo fedele servitore civile di prestare opera a favore di una squadra diversa. Quel che lui lascerebbe è eredità di simpatia: «Ogni volta che esco in strada ricevo manifestazioni di calore umano. Da giovani, da anziani. Non solo dai romanisti, ma anche dai tifosi degli avversari nella prossima finale di Coppa Italia. Non mi augurano di vincere, ovviamente. Però mi trasmettono affetto. Questo mi inorgoglisce. Ho chiesto partecipazione alla gente di Roma e lho ottenuta». (...)
ONORE - Aspettiamo, dice Andreazzoli, dato che basta un niente, a Roma come altrove, per passare dalla tristezza alleuforia e poi di nuovo scendere giù in fondo ai pozzi dellanima. Se si vince la Coppa Italia, il pregresso potrebbe cadere in prescrizione. Non basterebbe a far risalire Andreazzoli in panchina, però sarebbe un timbro donore sul suo curriculum e preparerebbe una discreta estate tranquilla al suo successore.
LAurelio ha dato il nome a una finta e non capita a tutti. Sta allenando la Roma e non capita a tutti. Non si abbassa a cercare benevolenza e capita a pochi. E quanto basta a farne un uomo orgoglioso. «In testa ho chiarissimo il mio destino. Lo controllo io e lo decido io». (...)