Roma senza attributi. Ora serve una scossa

23/04/2013 alle 10:12.

GASPORT (A. PUGLIESE) - Ventisette mesi e 87 turni di campionato dopo, la Roma è tornata a mettere la freccia in classifica sulla Lazio. L’ultima volta successe il 23 gennaio 2011, domenica i giallorossi sono tornati ad assaporare la gioia di sentirsi davanti ai cugi

Il calendario La prima occasione la Romal’ha già gettata via domenica, proprio con il . Ora domenica arriva il Siena in casa e bisognerà non commettere lo stesso errore, con l’aggravante che i toscani hanno quella fame che il non aveva neanche dentro gli spogliatoi. Poi ci saranno le trasferta di Firenze e di Milano (con il Milan) che potevano anche fare la differenza, intramezzate dalla gara interna con il Chievo e prima di chiudere in casa con il . Insomma, un calendario non facile, ma che con due punti in più (quelli sperperati con il ) poteva ancora far sognare.

Su chi puntare Nella Roma ci sono giocatori che sembrano aver staccato completamente con la testa. Tra questi Osvaldo, , Balzaretti e . Dopo il raggiungimento della finale di Coppa, poi, c’è stato l’effetto-rilassamento: «Abbiamo raggiunto l’obiettivo, quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto ». Da qui alla fine dell’anno, però, bisogna ancora fare molto, compresa la possibilità di centrare la qualificazione all’Europa League prima della finale. Per riuscirci la Roma deve puntare forte sulla voglia e la fantasia di , i colpi di Lamela (sperando che trovi continuità), la genialità di e la cattiveria di Marquinhos, anche se gli ultimi due devono risolvere (e presto) i rispettivi problemi fisici.

La condizione La differenza, da qui alla fine, la farà la condizione, mentale e fisica. Alla Roma serve qualcuno che sappia dare una scossa alla squadra, sappia trattare i giocatori (che avendo tutto, hanno tutti i vizi di chi non deve faticare per sorridere) come vanno trattati, riuscendo a dargli alte motivazioni e fame agonistica. È un problema di ambiente, di società, di uomini. E non è un caso che degli ultimi tre allenatori uno se ne sia andato quasi con un quasi esaurimento nervoso (Luis Enrique), l’altro ha detto pubblicamente che a Trigoria non esistono regole (Zeman) e l’ultimo (Andreazzoli) ha puntato il dito sugli atteggiamenti. Allora, a conti fatti, da qui alla fine la condizione mentale sarà anche più importante di quella fisica.