CORSPORT (M. EVANGELISTI) - (...) E fuori schema, portieri e teorici della musica non arrivano a comprenderlo. Il tiro classico di Erik Lamela fa quel suono strano eppure melodioso. Fischia prima di arrivare allincrocio dei pali, dove saccorda alla rete. Lallenatore del Torino, Giampiero Ventura, ha abbastanza calcio dietro le spalle e vita in te
Il barrio, il quartiere, canta con Erik. Si chiama Carapachay. (...) Lamela ci torna di quando in quando per giocare alla Playstation con i vecchi amici. Quelli rimasti là, sconosciuti alla Roma, al Barcellona che voleva il ragazzino dopo aver incassato cinque gol suoi in un torneo giovanile e adesso lo rivuole, a tutte le squadre miliardarie che mandano parenti, amici e semplici conoscenti a guardarlo giocare. Guardare e non toccare, dice la Roma.
IL MIGLIORE - Lamela questanno è il miglior realizzatore della squadra. Quattordici gol in campionato, due più di Totti e di Osvaldo. Ventuno anni e per fortuna si sentono tutti (...).
ISPIRATORE - Lamela adesso ha le mani in pasta nella Roma e tutti vogliono che ce le tenga, a cominciare dal direttore sportivo Walter Sabatiniche ci ha scommesso su un pacchetto di sigarette e un bel pezzo di carriera. E Andreazzoli e gli allenatori che lo hanno preceduto. Questanno in Serie A Lamela ha giocato 27 volte su 32 partite. La Roma lo aveva preso rotto, se lo ritrova pressoché infrangibile. Magari dirlo porta sfortuna ma anche questi sono pregi che vanno sottolineati. Lamela adesso studia lo stile di Totti con la stessa furibonda concentrazione che metteva nel girare a rullo i video di Zidane, suo modello di adolescenza. Scegliersi Maradona, fa notare, sarebbe stato troppo facile. Per saltare luomo non sposta il pallone: punta dritto come Alberto Tomba mirava le porte multiple in slalom, si smaterializza, riappare oltre. A fermarlo non basta un prestigiatore. Forse un esorcista.