CORSPORT (M. EVANGELISTI) - A forza di dirgli che è lontano, che non guarda in faccia né la squadra né la città né i tifosi; che un presidente da noi fa un altro lavoro e visto che ha voluto la bicicletta, accidenti, adesso deve pedalare; dicendogli tutto questo e molto di peggio hanno convinto James Pallotta a concedersi alla platea. Almeno per questa visita toccata,
Pallotta, boss dell'As Roma, quella che vuole diventare azienda, marchio internazionale, brand da brandire davanti all'Europa del pallone intera, ieri era un tifoso. Un tifoso privilegiato, però un tifoso. Con la sciarpa al collo. Ma questo per lui è un cliché. Si dice di una sua giacca normale sopra e giallorossa sotto. Pare che un simile indumento esista davvero, ma ieri James, Jim come adora essere chiamato, al derby ha indossato una semplice giacca di cotone color mare imbronciato. Con la sciarpa sopra, naturalmente. Una sciarpa giallorossa di cui si è liberato a fine partita lanciandola verso il mucchio civilmente selvaggio dei cronisti all'uscita degli spogliatoi.
TALENTO - Era diretta verso una persona in particolare, che però se l'è lasciata sfuggire. E Jim, allegro come si può essere allegri dopo una partita che andava vinta e non lo è stata: «Eh, se non riesci a prenderla al volo che ci posso fare?». [...] Però Pallotta si è divertito, dell'incontro di calcio e del suo show personale, della passeggiata sotto la tifoseria indicata pezzo per pezzo a dito teso come lo zio Sam, voglio te e te e te. «Mi sono divertito perché è stata una partita emozionante. Certo, avrei preferito vincere. Avremmo potuto vincere».