CORSPORT (M. EVANGELISTI) - Eppure Andreazzoli ha qualcosa di speciale. Innanzitutto è una persona cordiale. Ride alle battute, persino. Non ti fuma in faccia. Se la prende nei momenti giusti. Mio fratello è figlio unico, la persona normale nel calcio fuori fase.
Forse non sarà lui l'allenatore della Roma nella prossima stagione. Ma vediamo almeno come finisce la Coppa Italia. I giocatori lo hanno indicato come traghettatore, senza escludere la possibilità che a un certo punto si riscatti dal suo destino errante e s'insedi stabilmente sull'altra riva. Dove c'è una panchina. Andreazzoli piace ai giocatori per una serie di motivi, Innanzitutto perché molti lo conoscono bene, dato che è a Trigoria dal 2005. In secondo luogo perché basa le sue partite e soprattutto i suoi allenamenti sul gioco del calcio anziché sul parossismo atletico. In terzo luogo perché spiega. Ieri la riunione tecnica che ha preceduto la partita con il Torino è vissuta intorno alla videoanalisi. (...)
L'Aurelio, unico allenatore il cui nome sia diventato una finta - gliel'ha intitolata Taddei una delle poche volte che gli è riuscita -, non usa il telecomando solo per torturare i cervelli dei suoi giocatori. Anche e soprattutto per gratificarli, invece. Fa loro rivedere i momenti migliori delle rispettive prestazioni e fa notare: guarda come sei stato bravo qui e qui. Come tutti gli esseri umani, i giocatori sono narcisi: chi si riguarda i flim che ha girato, chi si rilegge le pratiche che ha stilato, chi consulta i propri articoli e chi si ammira dribblare tre avversari. (...)