LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Stadio semivuoto e spiagge affollate come fosse Ferragosto lasciano intendere più di qualsiasi altro indizio lutilità di questo Roma-Siena. In campo manifesti contro lallergia, un male di primavera quanto la predisposizione a innamorarsi. Tradita, ad esempio, dai cameramen dello stadio, impegnatissimi a
Li prende in parola Osvaldo, che si sveglia dal letargo invernale (nessun gol in casa nel 2013) ingaggiando una battaglia con i tifosi a suon di gol e polemiche. Segna e mostra le orecchie, come a chiedere di far sentire, ora, le critiche. Lo stadio risponde fischiando, lui controreplica segnandone altri due, ricevendo lo stesso trattamento. Dani la prende male e dopo lultimo, irriverente, mostra le spalle alla curva indicandogli il nome stampato sulla maglia. Coperto poteva aspettarselo dalle voci di chi fa piovere in campo un rumorosissimo Osvaldo chi te se fila. Così tradotto, per la verità, giusto per renderlo riferibile su queste pagine.