Vai Andreazzoli: «Il terzo posto? Difficile. Ma noi dobbiamo provarci»

03/03/2013 alle 11:48.

GASPORT (A. PUGLIESE) - «Essere sognatori non è un peccato, anzi. Chi non ha sogni ha già finito di vivere». Quello suo, di Aurelio Andreazzoli, per ora si ferma a questa sera, alla sfida con il Genoa. Una partita sulla carta abbordabile, ma che nasconde delle insidie. «Sono una squadra compatta ed equilibrata, che difficilmente subisce reti e che sa ripartire. Insomma



Rebus difesa I problemi, però, non mancano, se non altro perché è a fortissimo rischio il baluardo della difesa giallorossa, Marquinhos. «Non dovesse farcela, non penso che scalerò in difesa — dice il tecnico della Roma — Daniele sta decisamente meglio rispetto a prima e quel ruolo lo può fare e anche bene, come lo ha già fatto in passato. Ma ho anche altre possibilità ed a meno che non sia soffocato dalla situazione, voglio andare secondo logica». Il che vuol dire arretrare tra i tre Balzaretti (difficile) o lanciare il baby Romagnoli (molto più semplice). «Quando Zeman ha mandato in campo Marcos, pensavamo fosse un diciottenne immaturo, poi ha dimostrato di giocare come un trentenne». Lo stesso vale per Romagnoli: «E'  pronto, se ne avrò bisogno non avrò problemi a sceglierlo, perché so che mia farà una prestazione da giocatore di Serie A».



Treno in arrivo Una cosa comunque è certa, vincendo stasera la Roma sarebbe più vicina all’Europa: sia quella dei piccoli (Euroleague), sia quella dei grandi (). «La realtà dice che c’è una situazione problematica in termini di punteggio», chiarisce Andreazzoli, riferendosi al terzo posto. Ma sognare, appunto, è legittimo. «Abbiamo dei margini di miglioramento, soprattutto nel possesso. E poi c’è la questione della condivisione che è fondamentale: tante piccole cose, messe tutte insieme, diventano quel famoso vagone…». Che, per essere alimentato, ha bisogno del miglior Osvaldo e del miglior Lamela. «Dani a Bergamo tatticamente è stato splendido, come non l’avevo mai visto. Poi certo, se il parametro, come deve essere, è la gara con la , allora è andato un po’ al di sotto. Erik, invece, è un po’ frenetico e a volte vuole fare tutto e subito. Ma sa saltare l’uomo e questa è una prerogativa importante, che spesso toglie di mezzo la tattica». Per ora, c’è da togliere di mezzo il . E poi continuare a sognare.