Totti per la Roma ma non per l'Italia

06/03/2013 alle 08:27.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Le sorprese per Francesco Totti sembrano non finire mai. Dopo l’emozione provata domenica sera, quando si è ritrovato in campo a fine partita i suoi piccoli Cristian e Chanel, ieri mattina a Trigoria il capitano ha ricevuto l’ennesima dimostrazione di affetto della sua gente. Arrivando al

IL FASCINO NAZIONALE Se con la Roma il feeling lievita sui gol e le imprese, non si manifesta invece quello con la Nazionale, abbandonata nell’estate del 2006 per dedicarsi alla squadra per cui tifa da bambino. L’azzurro è distante, anche se proprio ieri Giancarlo Abete, il presidente della Federcalcio, è intervenuto per esaltare le gesta del campione della Roma. «Il record di gol di è un grandissimo risultato, ma ampiamente migliorabile. Il capitano giallorosso ha tutte le potenzialita per riuscire a fare ancora di più. Il nuovo primato è un premio alla continuità delle sue prestazioni nell’ultimo periodo, ancor più che in passato. E’ una bella soddisfazione per Francesco, per la Roma e per il calcio italiano. C’è bisogno di simboli come lui». Il numero uno della Figc esclude, invece, la possibilità che, a breve, venga organizzata un’amichevole per che ha lasciato la maglia azzurra a Berlino il 9 luglio del 2006, alzando la coppa del mondo. Non riceverà per ora lo stesso trattamento riservato a due soli campioni del nostro calcio, Silvio Piola e Roberto Baggio. Si affronterà il discorso quando il romanista si ritirerà. «Sarebbe quasi offensivo per uno come Francesco. E’ ancora in attività e non ha alcuna voglia di lasciare. Anzi, in ogni partita dimostra il contrario. Per questo gli auguro di raggiungere Piola. Di solito si celebra chi smette e non chi è nel pieno dell’attività agonistica. Per le convocazioni-tributo, insomma, c’è sempre tempo». Ma in Italia, a cominciare da Carlo Mazzone che lo vedrebbe bene al mondiale in Brasile, sono in molti a pensare che la Nazionale abbia ancora bisogno del capitano della Roma.

LA STRATEGIA DI CESARE Abete non entra, però, nella sfera tecnica: «Oggi è fondamentale per la Roma e da seguire con attenzione. Spetta poi a Prandelli decidere se farlo tornare in azzurro, tenendo presente che il nostro ì è proiettato in una logica di valorizzazione dei giovani, una necessità del calcio italiano». Il progetto di Prandelli è chiaro: «Le porte della nazionale sono aperte sempre a tutti». Ma il ct, durante le qualificazioni, ha sempre puntato sui giovani, tenendosi poi i senatori, come jolly, per le competizioni. E’ successo con Totò Di Natale, chiamato in extremis per l’ultimo Europeo, e lo stesso può accadere con Antonio Cassano, mai più convocato dopo Euro 2012 e tenuto in stand by per il mondiale 2014. Il ct segue anche , lo ha detto pubblicamente, ma per ora non sta pensando di farlo rientrare nel gruppo azzurro. Se ne riparlerà in dirittura d’arrivo. Tra 15 mesi. Per lui e per gli altri.