CORSPORT (A. GHIACCI / F. M. SPLENDORE) - Due traguardi importanti, da raggiungere insieme, nella stessa giornata. Due passi in più in due storie già lunghe e piene di soddisfazioni. Due storie che si sono legate e intrecciate alla Roma, fin da i primi passi. Record, un altro, lennesimo, per il capitano e uno molto
DE ROSSI
Si vede che nel dna romanista di Daniele De Rossi deve essere impressa la sofferenza. E questo lo dovrebbe rendere più vicino ai suoi tifosi. Perché non è solo un modo di dire che tifare nelle difficoltà vale di più. E Daniele De Rossi prima di giocare nella Roma, è romano e romanista. Tanto. Più di quello che la sua gente possa pensare. Più di quello che fa vedere lui, così riservato, schivo. (...)
AMORE VERO - Dicevamo della sofferenza. Per Daniele è cominciata nel settore giovanile. Aletta rapida, giocava poco o niente. Finché non incrociò Mauro Bencivenga che per trovargli spazio lo arretrò a mezzala nel 3-5-2 con cui aveva sistemato gli Allievi. Il campionato era già in corso. In un derby con la Lazio, un tecnico delle giovanili biancocelesti lo vide e disse a chi raccontava quella partita:
«Quel ragazzino lì arriva in A». Non sbagliò. Lanno dopo, sempre Bencivenga, prese la Primavera e mise De Rossi mediano. Battaglia vinta e trampolino per la A. Già, la sofferenza, anche nei momenti magari belli. Lo dicevamo pensando allesordio in campionato, 25 gennaio 2003, con Capello, una sconfitta a Como per 2-0. Per non dire delle 100 in A con la Roma, 10 dicembre 2006, Lazio-Roma 3-0, roba che ti può rimanere incollata alla testa come un incubo. I grandi appuntamenti personali segnati spesso da risultati negativi, riscattati dalla gara numero 200 con la Roma, 6 dicembre 2009, Roma-Lazio 1-0. Sì, il destino finalmente capovolto, come si era già capovolto alla gara numero 50 in A, Atalanta-Roma 0-1. La voglia di cambiare quel destino a denti stretti: alla De Rossi.
BLOG DA ROMANISTA VERO - Quando parla di Roma usa parola come pietre.
«Il mio amore nasce da molto prima di essere qui, lontano da qui non potrei mai essere felice». «Mi dispiace di avere solo una carriera da donare alla Roma». «Mi imbarazzo a pensare che con questa maglia ho superato Di Bartolomei in A». Questo è il Daniele De Rossi che andrebbe ripassato. Per amarlo quanto merita, oltre qualche periodo buio che capita a tutti, ma quando sono figli di Roma gli si perdona sempre meno. Se il City e il Psg sarebbero interessate a prenderlo anzichè dire «che vada!», quando la rabbia del tifoso cova, bisogna provare a chiedersi perché lo vogliono. (...)
TOTTI
Quando si è così non ci si ferma più. Campione e in campo da ventanni e più. E allora dopo aver raggiunto Nordahl al secondo posto all time nella classifica dei marcatori di tutti i tempi di serie A, a quota 225 gol, Francesco Totti alla prossima partita raggiungerà un altro mito: 527 presenze nel massimo campionato come Gianni Rivera, che poi è il giocatore del passato che probabilmente gli somiglia di più. Unaltra volta con la maglia della Roma, la stessa con cui è cresciuto: il capitano giallorosso scalerà una posizione - dal decimo al nono posto - nella classifica dei giocatori con il maggior numero di partite giocate in serie A. Una gioia dopo laltra: Totti in questo campionato ha regalato una lunga serie di sorrisi e soddisfazioni, non solo i suoi ma anche quelli di tutti i tifosi giallorossi. Nessuno si aspettava che Totti potesse dare vita a un altro campionato come questo: 25 presenze, 10 gol e 10 assist, una costanza pazzesca. Il tutto, ovviamente, condito da giocate incredibili che continuano a far stropicciare gli occhi a chiunque abbia la fortuna e il piacere di vederlo allopera. (...)
AGGANCIO - Ancora una presenza e Totti raggiunge Rivera: davvero unaltra bella soddisfazione per un ragazzo di 36 anni che ancora si diverte tanto a fare il proprio lavoro. Contro il Parma sarà ancora al suo posto, nel tridente completato da Osvaldo e Lamela. Pronto ancora una volta a dare tutto per i colori che ama. E da ieri lironia dei tifosi romanisti ha riguardato anche il nuovo Papa: «Francesco Primo? No, a Roma può essere al massimo Francesco Secondo...». Il pubblico giallorosso con quel nome da circa ventanni riconosce solo e soltanto Totti.