CORSERA (G. PIACENTINI) - Sembra che quando lo ha visto giocare per la prima volta al suo esordio con la Primavera (fine 2011 in un derby a Formello finito 3-3), Walter Sabatini abbia avuto una delle sue proverbiali illuminazioni e si sia innamorato seduta stante di Alessio Romagnoli. Quel giorno capì subito di essersi ritrovato dentro casa uno di quei calciatori che di solito cerca di scovare in giro per il mondo
Lo sapeva Zdenek Zeman, che dopo averlo visto in ritiro a Riscone ha preteso che venisse aggregato alla prima squadra e che lo ha fatto esordire da titolare in Coppa Italia (contro lAtalanta) e in campionato (11 minuti al posto di Totti contro il Milan). Lo sapevano Vincenzo Montella, che lo ha allenato con i Giovanissimi e che ieri lo ha chiamato per fargli i complimenti, Sandro Tovalieri, che lo ha avuto negli Allievi e Alberto De Rossi, che in Primavera lo ha definitivamente svezzato schierandolo in partite ad alta «tensione» come il derby o la finale di Coppa Italia allo Juventus Stadium davanti a 15 mila persone.
Ovviamente lo sapeva Aurelio Andreazzoli, che nei suoi anni romani di giovani ne ha incrociati parecchi. «Sono sicuro - le parole del tecnico alla vigilia della gara col Genoa - che se lo chiamerò in causa, Romagnoli mi darà le garanzie di un professionista». Emozionato ma lucido il «pupo» a fine partita. «Una serata unica, indimenticabile, che non riesco neanche a spiegare. Ma ora devo pensare solo a crescere con calma». Al fianco di Piris e Burdisso, che lo ha «adottato» e che gli riserva sempre preziosi consigli, non ha sfigurato dando solidità ad un reparto senza Castan e Marquinhos, con cui ha legato in maniera particolare: i due fanno coppia fissa fuori dal campo, ma non avendo ancora la patente si fanno accompagnare dal papà del brasiliano, ormai il loro autista personale, o vanno con la macchina elettrica di Alessio.
«È fortissimo, io e lui siamo la coppia del futuro», il commento del brasiliano, che ha parlato anche del suo infortunio: «Spero di esserci già nella prossima partita». Oggi si sottoporrà a unecografia per valutare lentità dellinfortunio muscolare, ma tra i medici cè ottimismo. Risonanza alla caviglia, invece, per Pjanic: escluse fratture, bisogna vedere se cè stato linteressamento dei legamenti. Se così fosse, rischia un lungo stop.