Romagnoli, il pendolare tra Trigoria e futuro

05/03/2013 alle 09:16.

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Si sostiene da sempre che un ragazzo si fa uomo quando si ritrova dietro una cabina elettorale con una penna in mano a decidere il suo voto e lui per la prima volta nella vita lo ha fatto la scorsa settimana, dodici giorni dopo il suo diciottesimo compleanno; un calciatore si sente professionista quando per la prima volta il suo allenatore gli assegna una maglia da titolare



I SACRIFICI FAMIGLIARI - Oggi c’è già qualcosa di diverso in Alessio. Se si piazza davanti allo specchio, forse si vede senza quei rossi sulle guance, noterà qualche brufolo in meno sulla pelle e magari, girando per le vie di Nettuno, qualcuno gli chiederà anche un autografo. Proprio Nettuno, come Bruno Conti che, con Ivano Stefanelli, lo hanno scoperto quando giocava nel San Giacomo, come fu per D’Agostino ormai più di un decennio fa. Stessi luoghi, stesso talento.

Nettuno-Roma (Trigoria), uno scorcio di vita da pendolare. Con papà Giulio che, pur di investire sulla passione del suo piccolo grande prodigio e dimenticare i problemi famigliari, figli di un’economia che sta uccidendo il lavoro e i lavoratori, lo accompagna agli allenamenti e lo riporta a casa quotidianamente.



MADE IN NETTUNO - Con Bruno Conti ha mille cose in comune: le origini (Alessio per questioni di opportunità è nato a Anzio, ma è cresciuto e vive a San Giacomo di Nettuno), la passione per il baseball e la scuola, l’istituto Paolo Segneri frequentato un bel po’ di anni fa da Daniele e Andrea Conti.

La Roma - con Conti in testa - ha contribuito ad alleggerire alla famiglia Romagnoli le spese dei viaggi quotidiani, ha ritoccato il contratto di Alessio e adesso penserà a fargliene uno vero. Così il 46 della Roma (numero dedicato a Valentino Rossi) deve solo pensare a portare avanti serenamente la sua professione e a non spegnere il suo talento. «Ho vissuto una serata magica e la dedico a mio padre e mia madre».

Non dimentica i genitori, non dimentica Zeman (così come Alberto e Alessandro Toti, e prima ancora Vincenzo Montella e Andrea Stramaccioni) che lo ha trattenuto la scorsa estate e ha preteso di averlo in ritiro a Riscone.
Siamo a marzo Alessio ha nelle gambe solo 11 minuti di Roma-Milan (l’esordio in A), una partita da titolare con il e una in coppa Italia con l’Atalanta.

Di lui, però, si parla come un predestinato, pur essendo nella Roma è il più piccolo di tutti. Romagnoli è abituato a vivere in mezzo a quelli più grandi, visto il talento e il fisico lo hanno sempre fatto giocare sotto età, in Primavera e nell’under 19. Ma ora si ritrova a festeggiare il gol all’Olimpico, all’esordio da titolare, come Daniele Conti (con il Perugia), come (con il Torino). Segnali.



SOGNANDO ZIDANE - Da piccolo faceva l’attaccante e sognava di essere Zidane, adesso fa il difensore e gli piace Piquè, prima adorava Maldini. C’è chi rivede in lui Righetti. Adesso che è cominciato tutto, si deve confermare perché le aspettative crescono giorno dopo giorno. «Ma lui è un ragazzo serio, non si monterà la testa», assicura Bruno Conti. e gli fanno da chioccia, , Lamela e Nico Lopez sono i sui amiconi e compagni di play station. Ama i tatuaggi, ascolta musica e legge qualche libro. La testa sembra lì, sulle spalle. C’è tutto per guardare il futuro con ottimismo.



GENERAZIONE DI FENOMENI - Sarà la crisi ma mai come quest’anno anche le grandi squadre puntano molto sui giovani. Romagnoli è il più piccolo di questa generazione di fenomeni che conta gente come El Shaarawy (’92), Verratti (’92), Insigne (’91), De Sciglio (’92), (’91) e restiamo solo ai talenti italiani. Una generazione di fenomeni.