CORSPORT (D. RINDONE) - A Totti stanno antipatici i laziali, dice così. Lotito non si cura dei romanisti, li snobba, è diverso: «Non dobbiamo pensare alla Roma, è una squadra della Capitale nata 27 anni dopo. Si trova in una situazione diversa di classifica perché rispetto a noi non ha partecipato a nessuna competizione
LORGOGLIO - (...) Nelle stagioni recenti la sua Lazio ha chiuso il campionato stazionando sopra la Roma. La squadra lo soddisfa, a lei augura un finale di stagione felice, vincente: «Siamo in finale di Coppa Italia e ora avremo tante partite importanti, speriamo che i fattori imponderabili possano non risultare avversi nei nostri confronti. La squadra, per quello che ha dimostrato in questa stagione, meriterebbe di perseguire qualcosa di importante» . Parla della Lazio, il presidente Lotito. La Roma non è nei suoi pensieri, gli incubi semmai li avranno gli altri. Le battute, i botta e risposta, catalizzano ogni derby, ogni vigilia, ogni marcia di avvicinamento allevento. La Lazio vivrà una settimana diversa, è impegnata in Europa a differenza dei giallorossi, giocherà giovedì sera a Istanbul, è in ballo la conquista delle semifinali. La Lazio ha i giorni impegnati, non ha tempo da perdere.
IL PASSATO - Non sono così antipatici i laziali, tuttaltro. Sanno essere simpaticissimi, sanno divertire in campo e fuori. Ogni derby si porta dietro gli sfottò coloriti: nellaprile 2011, durante un collegamento televisivo, Lotito non risparmiò battute nei confronti di Di Benedetto, a quel tempo era presidente della Roma. Cadde la linea con lo studio, al ritorno in diretta il patron laziale mimò Alberto Sordi nel film cult Un americano a Roma: «Americà, me senti? Americà, me senti? One, two, three, four...» . Il sorriso, ai laziali, non manca mai. Dal 1900.