Lo sceicco era un bluff

15/03/2013 alle 08:51.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un bluff. Lo sceicco Al Qaddumi non ha mantenuto le promesse e gli americani gli sbattono la porta in faccia dopo la firma del preliminare. La Roma resta divisa tra Pallotta & soci (60%) e Unicredit (40%). Almeno fino alla prossima puntata. I 50 milioni promessi dallo sceicco che vive in una casa

 
Una storia strana, tra il grottesco e l’inquietante, nata sotto traccia quasi un anno fa con Baldini (di ritorno oggi dagli Usa) prima esca dello sceicco attraverso i «buoni uffici» di Michele Padovano. La trattativa è stata poi gestita interamente dagli uomini di Pallotta: sono stati loro gli ultimi a dar credito a Qaddumi, mentre Unicredit non si è mai fidata e la Procura e la Consob, ai primi segnali negativi, hanno immediatamente acceso i rispettivi fari sull’operazione. Nelle ultime settimane lo scetticismo ha contagiato anche l’entourage italiano della Roma. Dai dirigenti agli avvocati. Se le intenzioni dello sceicco fossero state davvero concrete, si aspettavano che i soldi «comparissero» molto prima di ieri.
 
Adesso si apre una nuova fase delicata, con responsabilità da accertare ed eventuali pene da scontare. Innanzitutto sarà lo sceicco a dover spiegare se la storia dell’eredità miliardaria sbloccata non è una favola. Ma non finisce qui. Come ha potuto la Roma fidarsi di un imprenditore sconosciuto ai più, introdotto da un personaggio coinvolto in una brutta (e nota) storia come Padovano? Chi ha condotto la trattativa fino a firmare un preliminare? Risposte che dovranno arrivare in primis alla Procura di Roma che indaga sull’ipotesi di aggiotaggio, anche se le oscillazioni del titolo, stavolta, sono limitate. La vicenda arricchisce di un capitolo la telenovela sulla società giallorossa, iniziata con la trattativa fallita con la Nafta Mosca, passata per l’interesse di Soros allontanato da una fantomatica offerta araba, fino all’affare Fioranelli chiuso da una condanna.
 
Si è salvato solo Pallotta e ora tocca a lui insieme a Unicredit trovare le risorse per alzare il tetto di un aumento di capitale necessario al rilancio della Roma. «Peccato ma il progetto va avanti - assicurano i soci americani a latere del comunicato sullo sceicco - l’esito dell’operazione non avrà alcun impatto sulla squadra. Come sempre, la proprietà resta impegnata al 100% a rafforzare il marchio della As Roma allo scopo di costruire una grande squadra per i tifosi. Continueremo a lavorare a stretto contatto con Unicredit per soddisfare le esigenze finanziarie del club. Lavoreremo per mettere in atto iniziative in grado di migliorare il marchio del club, a cominciare dalla costruzione di un nuovo stadio, insieme alla nuova partnership con Nike». Ma questa è un’altra storia.