La stima di Prandelli e i compagni di reparto

23/03/2013 alle 09:28.

CORSPORT (A. POLVEROSI) - A De Rossi non piace per niente questa storia della doppia stagione, anonima (e in qualche momento anche deludente) nella Roma, splendida in Nazionale. Non piace questo sdoppiamento di cui è rimasto vittima suo malgrado. Che sia la sua volontà a determinare il diverso rendimento fra club e Nazionale può pensarlo uno sciocco.

I DATI - I fatti, le partite, i gol e le prestazioni dicono però che in Nazionale questo giocatore di forza e talento è riuscito a esprimersi al massimo durante questa stagione. Con la Roma no. Può essere ancora casuale, ma se in Nazionale ha fatto 4 gol in 6 partite e nella Roma è ancora a 0, se con Prandelli gioca a livelli incredibili, mentre con Zeman stava spesso fuori e con Andreazzoli è solo un po’ migliorato, sostenere che sia soltanto casualità significa restare in superficie a un tema interessante sul piano tecnico. 


I PERCHE’ - La Nazionale è diventata la squadra in cui gioca meglio e ci deve essere per forza una spiegazione (...). Prandelli lo considera il centrocampista più completo sotto l’aspetto tattico, più di Montolivo, di Marchisio e anche di Pirlo che infatti ha tolto quando la squadra è passata al , per consegnare il centrocampo proprio a . Per il ct, Daniele può fare tutto perché sa fare tutto. All’Europeo, quando decise di giocare con la difesa a 3, lo mise dietro, in mezzo a Bonucci e Chiellini: lo fece perché sapeva che tipo di interpretazione avrebbe dato al ruolo. Al debutto contro la Spagna, giocò una partita senza errori. E quando c’è da far ruotare il centrocampo, è sempre il romanista a muoversi per primo. Prandelli si era schierato dalla sua parte quando Zeman aveva spiegato l’esclusione dalla squadra con lo scarso impegno in allenamento (...). Il legame è forte e nasce da una profonda stima professionale. 



La seconda ragione sta probabilmente nelle caratteristiche tecniche dei suoi compagni di reparto. Non parliamo di qualità (perché ne ha in abbondanza anche il centrocampo della Roma), ma di doti che si legano a quelle di . Il quartetto Pirlo--Marchisio-Montolivo si muove tutto insieme, con una sincronia e una sintonia che fanno capire come la Nazionale sia diventata una squadra di club. (...)

«Se fai il centrale, tocchi più palloni e sei sempre dentro al gioco, ma se in quel ruolo c’è Pirlo, il miglior regista al mondo, io mi devo spostare» . E’ questo il senso di in Nazionale. Quando serve un centrale di contenimento, il migliore è lui, e (...)Prandelli gli ha messo in mano il centrocampo. Se c’è da chiudere e ripartire nel ruolo di interno, è pronto lo stesso. «A me piace giocare anche come mezz’ala. A Roma si sono inventati che è un ruolo che non amo, ma è un altro falso storico». E’ lo stesso giocatore, forte, fortissimo, ma la Roma e la Nazionale non sono la stessa squadra e questo, anche se il discorso non gli piace per niente, lo ha capito anche .