GASPORT (M. CALABRESI) - Nella sua breve ma già intensa carriera, Alessandro Florenzi si è abituato a fare solo passi avanti. Ne aveva fatto uno solo indietro, il più importante e il più bello, quello che tanti suoi ex compagni sogna
Retrocesso Sulla maglia porta il numero 48, non un numero old style ma neppure a quattro cifre: eppure, sommando i minuti giocati da Florenzi con Andreazzoli in panchina non si arriva neanche a 48. Ma a 42 (recuperi esclusi): 22 contro la Sampdoria, due contro la Juventus, 18 a Bergamo e nessuno contro il Genoa. Un inedito: è la prima volta che Florenzi va in panchina e non entra, con Andreazzoli che gli ha preferito Bradley (dopo l'infortunio di Pjanic), Marquinho e Perrotta. Ma perché, con il modulo di Andreazzoli, Florenzi ha perso lo status di intoccabile? La risposta, tattica, l'ha data lui stesso, in una recente intervista doppia (con Romagnoli). «Il mio pregio? La capacità di inserirmi senza palla». Ecco, ha detto tutto: il modulo di Andreazzoli (con quattro centrocampisti e un trequartista) non prevede quel tipo di movimenti dei due centrali e li riserva più agli esterni, ma in quei ruoli il tecnico sta preferendo Torosidis e Balzaretti. Con l'assenza di Bradley e Pjanic, a Udine potrebbe toccare nuovamente a Florenzi? Difficile, e il fatto che Andreazzoli ieri in allenamento gli abbia fatto fare il trequartista (compito che a Udine toccherà invece a Totti e Lamela), non è un indizio a suo favore, ma il contrario.
Paradosso Non è uno che si abbatte facilmente, Florenzi, che in questi giorni si sta allenando a mille per convincere Andreazzoli (che di lui ha detto «lo utilizzerei volentieri, ma oltre un certo numero non posso metterne in campo»). Ma non si aspettava di passare dall'essere la rivelazione del campionato a diventare un rincalzo, e il livello di serenità indubbiamente è sceso. Se in giallorosso non sembra esserci posto per lui, Prandelli dovrebbe invece convocarlo in azzurro per l'amichevole con il Brasile (21 marzo) e per il match con Malta (il 26). A giugno, poi, un bivio e non due, perché se pure alla Roma le cose restassero così, Florenzi ad andarsene non ci pensa, anche se più di un club di Serie A si è già informato: Confederations Cup o Europeo Under 21? Devis Mangia non si lascia influenzare. «Non ho il diritto di giudicare il lavoro di tecnici che lavorano quotidianamente sul campo, ma la mia considerazione sul ragazzo e sul giocatore non cambia dice il c.t. . Con me gioca da intermedio in un centrocampo a tre, ma anche laterale a destra o centrale nei quattro». Andreazzoli, evidentemente, ora non la pensa così.