IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Attenti a quei due. Osvaldo e Lamela come Tony Curtis e Roger Moore di uno dei telefilm culto degli anni 70. Attenti a loro due, che vanno a Udine a caccia di un doppio riscatto o, se vogliamo, di un riscatto per due. Entrambi vengono da un periodo niente affatto esaltante. Danny Wilde si chiamava il
Era la fine di gennaio, a Bologna, cera ancora Zeman, era unaltra Roma. Da allora, da quella rete del momentaneo 2-1, più nulla. Cinque partite senza gol e soprattutto pochi squilli. Eccezion fatta per la serata contro la Juve (in cui pur senza segnare lottò alla grande contro la difesa bianconera) Dani è apparso sottotono, quasi trascinato in un vortice negativo causato dalla astinenza da gol. Gli pesa, come a tutti gli attaccanti, diventa un problema, si entra in un loop dal quale si vorrebbe uscire con una grande giocata che non arriva. Contro il Genoa una sola vera occasione, quel lancio sul quale è andato a cercare il sinistro al volo ciccando la conclusione e poi luscita dal campo a volto scuro. Solo poco meglio è andata a Lamela. Anche lui abulico per tutto il primo tempo, salvo poi trovare qualche lampo di classe, come quello con cui ha rimediato langolo dal quale è nata la rete di Romagnoli.
A Bergamo era andato peggio, apparentemente più a disagio di altri sulla neve che pure penalizzava un giocatore di classe come lui. Ma in quella stessa partita, uno super tecnico come Pjanic aveva deliziato, quel tappeto bianco sembrava velluto. Mentre lui, Erik, era affondato. Il primo gol della gestione Andreazzoli porta la sua firma, ma contro la Samp non bastò a evitare la sconfitta. Per andare a ritrovare unaltra rete di Erik bisogna fare un salto indietro di due mesi e mezzo allultima partita del 2012, quella dominata contro il Milan. Tra i tanti sorrisi di quella serata cera anche quello per il ritorno dal primo minuto di Lamela dopo linfortunio. Quello col Torino, quello che ne aveva bloccato la cavalcata inarrestabile. Gol a raffica per lui e la netta sensazione che avesse capito alla perfezione come giocare nel 4-3-3 di Zeman.
Ecco, alla Roma serve di nuovo quel Lamela lì, devastante e costante nel rendimento. Dani e Erik, un riscatto per due, un doppio riscatto. E il bello è che dovranno cercarlo proprio dove la scorsa stagione fecero scintille. Non in campo, dove la Roma di Luis Enrique perse 2-0, ma negli spogliatoi. La storia è nota: qualche parola di troppo, una mano alzata da Osvaldo che gli costò una multa e la sanzione disciplinare che gli fece saltare la successiva sfida con la Fiorentina. Uno screzio subito rientrato, le scuse e Lamela che si spese (senza successo) per evitare lo stop al compagno. Sabato entrambi avranno loccasione per chiudere il cerchio, per riscattarsi insieme. Per fare come Tony Curtis e Roger Moore: Attenti a quei due!