IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Din, don. Scocca e scorre il tempo. E il problena dei problemi per i filosofi. E degli scrittori e dei poeti. Un secondo o ventanni. Un momento o tutta la vita. Marcel Proust ci andò alla sua ricerca in un libro fatto da novemilioniseicentonovemila caratteri (9.609.000), scritti in
Venti anni sono una vita. La sua e la nostra. Non cè stato un giorno della settimana, una giornata di un campionato, un mese che non sia stato accompagnato da un gol di Totti. Detto così sembra poesiuola dentro un quadernetto per teenager, invece è statistica: da lunedì a domenica, da gennaio a dicembre, dalla prima allultima giornata Totti ha segnato.
Almanacchi non del giorno dopo, ma degli anni prima e per quelli a venire. Il gol, il gesto, larte, labitudine alleffimero, il boato e la pressione della folla, il peso della rappresentatività per Totti sono quotidianeità, quella che ammazza tre quarti degli esseri umani. Totti per immaginarselo e capirlo meglio va inquadrato nel suo essere normale, nel suo tempo. Semplice. Un figlio del popolo come una volta lui stesso si definì. I suoi gol sono soprattutto il contrappunto di tutti ed è così ormai da due decenni, fra laltro quelli che hanno attraversato un millennio. Quando Totti ha fatto il primo gol con la Roma cerano le lire, i gettoni e non trovavi in giro i telefoni cellulari. Il record più romanista, quello della fedeltà, dei per sempre scritti a margine o sopra le righe dei quadernetti non solo da teenager, lorgoglio che lui sente, significa proprio questo: Totti ha segnato letteralmente e metaforicamente i nostri giorni. Tutti, tecnicamente. Verità, non bla bla bla (se andiamo a cercare - alla ricerca del...- scopriremmo che ha segnato anche dalla mattina alla sera, dal tramonto allalba e non centra la circolarità di Tarantino).
Cè solo una licenza poetica per via della materia che tratta cioè quella doppietta fatta a 16 anni con la nazionale Under 18 venerdì 25 novembre 1994, per il resto è gol in ogni luogo e in ogni tempo, nei secoli dei secoli fedele. Di lunedì contro lInter con Zeman, il 17 giugno per il gol che ha loro in bocca dellEstate della Roma, un 6 gennaio quando tira fuori dalla calzetta lultimo infinito dribbling col Toro, di martedì alla Gerland nella patria del suo personaggio preferito diventando lui Piccolo Principe di Lione, dopo essere stato di mercoledì Re nello stadio dei Re al Bernabeu di Madrid. Di luglio per lEuropa League. Di agosto per la Supercoppa, dandoci in ogni giornata il nostro pane quotidiano, dalla prima allultima, dal Bologna al Parma, tratteggiando come Cezanne parentesi tricolori. I giorni che ha segnato Totti sono i nostri. Per questo non è immaginabile la fine. È come il tempo. Che segna la nostra vita.