IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - «E un giorno che difficilmente dimenticherò». 28 marzo 1993-28 marzo 2013. Francesco Totti è riuscito anche in questo, a piegare lo spazio-tempo. Venti anni si sono trasformati in un momento solo
Due decenni che non potevano passare senza essere opportunamente celebrati: la gente fuori (i tifosi comuni), la gente dentro, ovvero i compagni di squadra, i dirigenti, tutte le persone che lavorano a Trigoria. Un cordone, due ali, tutti in fila ad attendere la sua uscita dagli spogliatoi per lallenamento. E fuori dai cancelli tanti tifosi e due striscioni con su scritto "20 anni damore, capitano di unera... Totti unica bandiera", "sempre devoti". Dentro intanto inizia la festa proprio quando lui varca la soglia ed esce sul campo del Bernardini. E lo fa a modo suo, con la semplicità che il mondo ha imparato a conoscere in questi 20 anni di carriera. Francesco si guarda intorno e si passa la mano tra i capelli tradendo un segno di timidezza, quasi a nascondere limbarazzo. Poi il bagno di folla, la stretta di mano e gli abbracci. Il "5" con i compagni di squadra che lo prendono di forza e lo lanciano ripetutamente in aria. Ma non è ancora finita, perché poi sul campo arriva un altro enorme striscione, sollevato da tutta la gente di Trigoria: «E non finisce qui... Il meglio deve ancora venire». Una scritta lunghissima che piano piano si piega fino a diventare un cerchio attorno a Francesco che a quel punto dice: «Vorrei ringraziare la società, la squadra, lo staff e tutti i dipendenti. E un giorno che difficilmente dimenticherò. Cosa ho pensato quando ho esordito? Ero molto giovane, non pensavo a niente allora. Mi divertivo a giocare e questo ha fatto sì che io diventassi il giocatore che sono diventato».
Cè ancora tempo per qualche foto con lui, per immortalare un giorno storico. Poi via, in campo, ad allenarsi, perché domani cè il Palermo, la prima partita del terzo decennio di Francesco Totti. La favola continua...