CORSPORT (F. ZARA) - Lidea dellala come giocatore fuori-classe, fuori-registro, pure un po fuori-di testa fa parte della storiografia del calcio mondiale ma in questi ultimi tempi è un po sfumata, con la fantasia in debito dossigeno e un livellamento generale dei valori.
LE AMBIZIONI - Lex Henry di Valmontone, lo chiamavano così quando aveva sedici anni e le scintille tra i piedi, arriva in nazionale a 26 anni (li fa a luglio) dopo mesi di buone partite con il Torino. «E un sogno che si realizza. Mi sembra impossibile essere qua ». Si tocca la barba (che non ha, solo un accenno, ndr), si guarda attorno spaesato. « Per me è un onore essere qui. Ringrazio Prandelli, mi ha regalato una grande occasione » [...] Il passato è una terra straniera, da non frequentare più: Firenze. « A Firenze non ci torno (è a metà tra i viola e il Torino, ndr). I motivi? Non mi va di elencarli.... ». La precisazione che fa a proposito dei messaggi di in bocca al lupo ricevuti in queste ore, però, è definitiva. « No, da Firenze non mi ha chiamato nessuno, neppure Montella ». E se il presente è il Torino (« Devo dire grazie anche ai miei compagni se
sono qui »), il futuro, nei sogni di Cerci, è un ritorno allantico, al primo amore. « Il mio cuore è rimasto a Roma, questo lo sanno tutti. Sogno una grande squadra e la Roma lo è. E poi cè Totti, un campione unico. Al di là del giocatore, grandissimo, cè una persona speciale, non ho mai visto uno così umile e sincero ».[...]