LEGGO (F. BALZANI) - Castan è già un leader della Roma. Come ha fatto ad ambientarsi così in fretta? «In una squadra di grandi giocatori come questa è facile, tutti hanno parlato subito con i nuovi. Sono felicissimo di aver scelto la Roma» Cosa l'ha colpita di più? «La città è fantastica e poi il cibo: si mangia benissimo. Mi piace questo campionato, pieno di fuoriclasse, di tante partite difficili»
LEGGO (F. BALZANI) - Castan è già un leader della Roma. Come ha fatto ad ambientarsi così in fretta?
«In una squadra di grandi giocatori come questa è facile, tutti hanno parlato subito con i nuovi. Sono felicissimo di aver scelto la Roma»
Cosa l'ha colpita di più?
«La città è fantastica e poi il cibo: si mangia benissimo. Mi piace questo campionato, pieno di fuoriclasse, di tante partite difficili»
Con Andreazzoli sembrate una squadra diversa. Cosa non ha funzionato con Zeman?
«Tante cose sono diverse. Ora l'allenatore parla con i giocatori. In 6 mesi Zeman non ha parlato neanche un giorno con me. Ora c'è armonia, Andreazzoli sin dal primo giorno mi ha chiesto cosa mi piace o cosa no, come bisogna lavorare: è un allenatore giusto. Se vieni a vedere un allenamento oggi ti accorgi quanto è diverso rispetto a prima. Tutti i giocatori si allenano più tranquilli. E in partita si vede, ora giochiamo ogni partita come una finale e possiamo arrivare davvero in alto».
Confermerebbe Andreazzoli?
«Assolutamente sì, io faccio il tifo per lui. È una grande persona e un bravo allenatore. In serie A non vinci 4 partite su 6 a caso, ora siamo una squadra compatta e equilibrata».
Quando ha capito che avrebbe fatto il calciatore?
«Ce l'ho nel sangue: mio papà è stato calciatore e da bambino sono cresciuto negli spogliatoi, mio fratello Luciano ha 21 anni ed è una bella promessa. Gli do tanti consigli. Non ho mai pensato di poter fare altro nella vita».
Il Brasile le manca?
«No. A Roma c'è tutto per stare bene, è una città calda, non come Londra o Torino. Mi manca parte della mia famiglia, ma è normale. Voglio restare qui tanti anni».
In Brasile ci sarà il Mondiale. Ci porterebbe Totti?
«Sarebbe bello. Il torneo sarebbe più bello con lui in campo. Cercheremo tutti di dargli una mano per portarlo al mondiale. Se la Roma vince, è più facile per tutti arrivare in nazionale».
Meglio Neymar o Balotelli?
«Uno è veloce, l'altro potente. Me li prendo tutti e due (ride ndr)».
Per lei è più importante il Mondiale o la Roma?
«Prima viene la Roma, se poi andrò al Mondiale meglio. Questa squadra è fortissima e lo sta dimostrando. Se la società mantiene tutti i giocatori e magari prende un altro campione possiamo puntare al massimo. Di sicuro se non andiamo in Champions quest'anno, ci andremo il prossimo».
Tra Champions e vittoria in finale di Coppa Italia con la Lazio cosa sceglie?
«Domanda difficile. Ma dico la Coppa Italia nel derby. Avrebbe davvero un sapore particolare per noi e per i tifosi».
Ha il 5 di Falcao, molti la paragonano a Zago. Lei a chi si ispira?
«Ho sempre ammirato Juan, ma anche Zago è modello. Qui però c'è uno che può diventare il più forte di tutti».
Chi?
«Marquinhos. A 18 anni ha la testa da campione, una grande esperienza e un'umiltà unica. Mamma mia che giocatore, spero non vada via e che Sabatini lo faccia restare a lungo».
Cè ancora grande differenza tra il calcio europeo e quello brasiliano?
«C'è una grande differenza: qui non puoi sbagliare nulla o vieni punito. Ci sono attaccanti fortissimi, basta pensare a Cavani».
Lei è molto religioso, che impressione le ha fatto Papa Francesco?
«Non ho visto molto. Io seguo una religione diversa (è un'atleta di Cristo, ndr), ma è una persona umile e mi aspetto che faccia bene».
Ha ancora un sogno nel cassetto?
«No, ringrazio Dio che mi ha dato una famiglia bellissima e il lavoro che amo. Se sono qui lo devo a mio padre, mia madre, i miei fratelli, mia moglie e i miei 2 figli. Quando le cose vanno bene tutti ti sono vicini, ma quando vanno male solo loro sanno farti rialzare da terra».