As Roma, più ricavi e meno spese

02/03/2013 alle 11:25.

IL ROMANISTA (D. GALLI) - Ricavi in crescita rispetto a un anno fa e costi pressocché uguali ma previsti in diminuzione per fine esercizio. Nella semestrale di bilancio approvata due giorni fa dal Consiglio di amministrazione dell’As Roma ci sono più luci che ombre. Anzi, c’è un trend preciso. C’è una strategia chiara. La società sta continuando

I RICAVI Nei primi sei mesi dell’esercizio 2012-2013 i ricavi sono stati pari a 57 milioni 792 mila euro, in netto aumento (+22%) in confronto allo stesso periodo del bilancio 2011-2012. Il dato è parzialmente drogato dalle due gare in più disputate rispetto alla precedente semestrale. A giugno, a chiusura esercizio, i ricavi faranno presumibilmente registrare un incremento sempre positivo, ma non così netto. Analizzando nel dettaglio l’andamento economico del semestre, si scopre che a rendere più florida la voce ricavi sono stati principalmente i diritti tv (oltre 29 milioni contro i circa 23 di dodici mesi prima) e quelli da gare (9,6 milioni, a fine dicembre 2011 erano 6,7 milioni). L’incidenza delle due partite in più si fa sentire. I ricavi da sponsorizzazioni sono rimasti sostanzialmente invariati (6,3 milioni contro 5,8). Curiosità. Spulciando la semestrale, emerge quanto ha incassato l’As Roma da questa (prima) partnership con la Volkswagen. «Il contratto, relativo alla stagione sportiva 2012/2013, ha una scadenza - si legge - fissata al 30 giugno 2013, ed un corrispettivo pari a 1,1 milioni di euro. È prevista altresì la facoltà di rinnovo automatico per la successiva stagione sportiva 2013-2014».

I COSTI In questi primi sei mesi di esercizio le uscite sono state pari a 70 milioni 887 mila euro, in crescita di 2 milioni 197 mila euro rispetto a un anno fa. Ma se i ricavi sono influenzati da questi due benedetti incontri in più, i costi risentono degli incentivi all’esodo pagati dalla società per liberarsi di ingaggi pesanti. Si tratta di un’una tantum, a giugno il risultato sarà decisamente migliore. Senza gli incentivi, per intenderci, le spese per il personale sarebbero state di gran lunga inferiori ai 49 milioni 890 mila euro di questo semestre. Allo stesso tempo è interessante notare come, a dispetto di una riduzione del monte ingaggi (che sarà ancora più visibile, ripetiamo, a fine bilancio), il management romanista abbia messo a segno degli oggettivi colpi di mercato - Marcos su tutti, senza dimenticare i e i Lamela del 2011 - che hanno mantenuto inalterato il livello di competitività dell’As Roma. Se la squadra non ha reso come doveva, la ragione va ricercata altrove. Non certo in una semestrale che evidenzia, al contrario, gli sforzi del club, sforzi tesi a rafforzare l’organico.

GLI SCENARI La perdita di gruppo è di 26 milioni 109 mila euro. Un anno fa era appena superiore: 27 milioni 241 mila euro. È scontato che in un’Europa del calcio che fa dell’equilibrio finanziario il proprio cavallo di battaglia l’As Roma debba continuare a percorrere la strada della riduzione dei costi e degli aumenti dei ricavi. Nell’ottica del Fair Play della Uefa non c’è comunque da temere nulla. Siamo in una fase di monitoriaggio da parte del Governo del calcio europeo, e la situazione dell’As Roma non è affatto dissimile da quella di Milan e Inter in Italia e di tanti altri club del nostro continente. È logico che la società non può permettersi di continuare a tamponare le perdite con costanti iniezioni di liquidità, perché quando nel 2018 il Fair Play andrà a regime lo scarto tra ricavi e costi non potrà superare i 5 milioni di euro. Ma è un tempo lontanissimo e la società - ne sono traccia i dati di questa semestrale - sta lavorando proprio nella direzione auspicata da monsieur Platini. Quanto alla continuità aziendale, alla paura che qualche tifoso può avere che qualcuno un giorno sia costretto a portare i libri in tribunale, l’As Roma non corre alcun rischio. L’aumento di capitale non dovrebbe limitarsi, a quanto si sa, agli 80 milioni di euro originariamente deliberati. «Gli amministratori - riporta la semestrale - hanno ricevuto dall’azionista di riferimento, NEEP Roma Holding Spa, formale intenzione ad assicurare tutte le eventuali ulteriori risorse necessarie per far fronte ai bisogni finanziari ». Con o senza "sceicco", la cordata americana e Unicredit continueranno a investire per permettere all’As Roma non solo di sopravvivere, ma anche e soprattutto di lottare per quelle posizioni di campionato che a questo club spettano per natura.