Ale, jolly d'Italia

24/03/2013 alle 09:10.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - L’interrogativo, piacevole e non preoccupante, comincia a farsi sempre più insistente: ma qual è il vero ruolo di Alessandro Florenzi, chiamato da Cesare Prandelli a Coverciano per sostituire lo squalificato Daniele De Rossi?

IL PASSATO  da bambino giocava da attaccante poi pian piano ha arretrato il proprio raggio d’azione, diventando - nella Roma Primavera campione d’Italia di Alberto - uno dei due mediani davanti alla difesa nel . A Crotone, lo scorso anno in B, Ale si è mosso soprattutto da centrocampista centrale, ma talvolta ha giocato da esterno di centrocampo e, all’occorrenza, pure da esterno basso. Un tourbillon tattico che non gli ha impedito di segnare undici reti in 35 partite e che gli ha consentito di tornare alla base, cioè a Trigoria, in cambio di 1,5 milioni di euro nonostante fosse andato in Calabria soltanto in prestito.

IL PRESENTE Nel di Zdenek Zeman, ha sempre avuto un ruolo importante e la certezza del posto, escluso contro il Catania nella prima giornata. Ruolo? Intermedio di sinistra, molto vicino a . Lui in campo e fuori, «perché non può giocare accanto a », il parere del boemo. Un avvio devastante, quello di : la rete di Milano contro l’Inter, quella all’Olimpico contro il e, immediato, il nuovo contratto con scadenza 30 giugno 2016. Con stipendio passato da 30 mila euro annui a oltre venti volte tanto. Poi anche la prima convocazione con l’Italia dei grandi e l’esordio contro la Francia il 12 novembre dello scorso anno a Parma.

Cacciato Zeman, ha perso tutte le certezze che aveva accumulato nei mesi precedenti; con Aurelio Andreazzoli in panchina si è passati prima al 3-5-2 e poi al 3-4-2-1 e per Ale non c’è più stato molto spazio. Andreazzoli lo vede soprattutto come esterno alto a destra, praticamente nel ruolo ricoperto soprattutto da , ma a Udine e poi in casa contro il Parma, gli (ri)dato fiducia impiegandolo come uno dei due trequartisti alle spalle della punta centrale. Salvo poi, sempre per via del suo essere uno, dieci, cento giocatori, spostarlo qua e là sul campo a secondo delle necessità della squadra. Un periodo delicato per un ragazzo che, con sacrificio, era riuscito a ritagliarsi uno spazio importante. E la mancata convocazione di Prandelli per Brasile e Malta, e il ritorno nell’Under 21 di Denis Mangia, non lo aveva reso felice, anche se Ale si era affrettato a smentire ogni sospiro di malumore.

IL FUTURO Poi, il colpo di scena con la convocazione (a sorpresa) a Coverciano per sostituire l’amico per la trasferta a Malta (uomo ad hoc per il di Prandelli). Un ritorno al futuro carico di significati anche in chiave Roma. La dirigenza ha immensa fiducia nei confronti di e che lo ritenga uno dei punti fermi della Roma che verrà. La sensazione, però, è che nessuno (o pochi) a Trigoria - per ora - lo mettano al centro della prossima squadra. Sarà forse perché non viene considerato un mediano oppure una mezzala o un esterno, ma sul suo conto si dice che è un mediano, una mezzala e anche un esterno. Avrebbe bisogno, Ale, di trovare una sistemazione (tattica) definitiva perché a gioco lungo il suo essere jolly potrebbe rivelarsi un punto a sfavore. Solo che come si fa ad alzare la voce e pretendere questo o quello? Ecco perché sarà fondamentale per la sua crescita riuscire a convincere un allenatore, ancora Andreazzoli o chi per lui, ad avere sul suo conto idee chiare e ferme. Sprecare talento, corsa e fiuto del gol sarebbe imperdonabile.