A lezione dal professor Andreazzoli

21/03/2013 alle 09:50.

CORSPORT (M. BASILE) - Dieci anni di scienza incrinati in cinque minuti. Una tesi modello sulla «difesa a zona nelle situazioni su palle inattive» accantonata tra una punizione e un calcio d’angolo. Era il dieci febbraio 2013, l’esordio di Aurelio Andreazzoli da primo allenatore. Samp-Roma. Il primo gol su palla inattiva era

IL RECORD - Perché quei due gol incassati in cinque minuti, tra il 72’ e il 77’, per il 3-1 finale, con Icardi che sovrasta sotto lo sguardo degli altri romanisti a guardia di niente, sono stati soprattutto una cosa: gli ultimi gol incassati da Zeman. Da quel giorno è nata una piccola svolta tattica difensiva: l’abbandono della zona integrale sui calci d’angolo. Avendo poco tempo per lavorare, Andreazzoli ha cambiato se stesso e in fretta. Il tecnico toscano aveva costruito per anni la difesa sulla zona integrale, l’occupazione militare dell’area quando, nella prima parte della sua carriera, aveva incassato solo 8 gol in 347 partite tra angoli e punizioni indirette. Nella tesi per il Master di Coverciano il tecnico aveva analizzato la difesa a zona dell’Olanda del ‘74, quella «mista» dell’Argentina ‘86 e della Francia mondiale.(...)

L’EVOLUZIONE - Andreazzoli ha accantonato la sua idea sui calcio d’angolo, ed è passato alla difesa a uomo, lasciando la zona, o una zona mista, solo sulle punizioni laterali. Risultato: zero gol incassati su palle inattive in cinque partite. Solo Paletta, domenica, ha fatto tremare la porta, colpendo la traversa. Le amnesie difensive dell’era Zeman sembrano lontane mentre l’occupazione «a zone» è stata rilanciata in fase offensiva. Andreazzoli ha riproposto i concetti di spazio attivo nella metà campo avversaria, con l’equilibrio in fase di non possesso, la divisione del campo in fasce di rischio, e l’invasione dell’area avversaria.(...)

L’equilibrio difensivo nella fase tattica di non possesso

Principi della tattica di non possesso


1) - mantenimento dell’equilibrio difensivo

«Mantenere la copertura di ogni circostanza; più rigidi diventano i compiti di marcatura a umo e più è probabile che la difesa perda il proprio equilibrio; coprire lo spazio è più importante che marcare i giocatori.



2) - scaglionamento

Occorre avere una copertura reciproca con l’intento di restringere gli spazi attraverso i quali e dentro i quali i giocatori avversari possono muoversi con sicurezza. I difendenti non solo devono marcare il proprio avversario ma devono coprire anche gli spazi dei quali è responsabile l’intera difesa.



3) - concentrazione Si intende una chiusura ad «imbuto», man mano che ci si avvicina alla porta la squadra si chiude restringendo gli spazi davanti a questa per coprire la zona centrale che è sempre quella più pericolosa».

L’uomo sul primo palo è più sotto pressione Servono doti d’anticipo

«La zona A (quella accanto al primo palo nelle azioni di calcio d’angolo, ndr) è una porzione di campo estremamente delicata perché è ormai consuetudine per quasi tutte le squadre calciare traiettorie veloci sul primo palo. La zona viene sfruttata da parte di chi attacca per chiudere l’azione in anticipo, eludendo così l’intervento del . Il giocatore numero 4 (quello piazzato sul primo palo, ndr) non deve far «entrare» la palla veloce e deve essere sempre in anticipo sull’eventuale «spizzicatore». La zona C (quella sul primo palo ma appena fuori dall’area di porta, ndr) è raro che venga cercata con calcio diretto e il motivo è che andrebbe perseguita con traiettorie morbide che in genere favoriscono i difensori e particolarmente i portieri. Spesso però la palla vi giunge perché sporcata da deviazioni e in questo caso diventa micidiale per le difese. Occorre quindi presidiarla con la massima attenzione e il giocatore responsabile è l’unico che deve agire a 360° e con particolare equilibrio sulle scelte da attuare» (...)

 

 Tutti gli 11 in area: dal tattico alla torre ecco come disporli

«Le posizioni che devono assumere i giocatori non sono mai casuali. Dovranno corrispondere a caratteristiche morfologiche, di vivacità mentale, di acrobazia, di lateralità.



Posizioni 4-7 (schema in alto in pagina)

Occorre che siano molto bravi nell’anticipo sia di testa che di piede (buono l’interno piede). Non necessita alta statura.



Posizioni 3-2

Devono essere acrobatici ed avere buoni riflessi in particolare quando la palla cade a terra dentro l’area di rigore.

Posizioni 5-6-8-9

Se nelle altre posizioni non è necessario il coraggio, in queste ultime risulta invece fondamentale. Chi non possiede doti caratteriali non è fatto per questi posti dove veramente la «temperatura» e la responsabilità si alzano ad ogni battuta. Ai posti 5 e 8 faccio agire chi è migliore in anticipo, al posto 9 chi eccelle in salto da fermo e a quello 6 la torre.



Posizione 10

E’ l’uomo tattico sia perché ha compiti nell’uscita della squadra dopo la respinta sia perché è l’unico che deve agire a 360°, cercando la palla anche all’indietro e curando la copertura della zona oltre il secondo palo sui rimbalzi o sui tiri suscettibili a deviazioni.



Posizione 11

Le doti più importanti sono: equilibrio, rapidità, aggressività»